Prezzo petrolio: trend ribassista in atto, quotazioni lontanissime da target previsioni 2018

La quotazione del petrolio oggi dovrebbe continuare a muoversi nel trend già emerso nelle ultime sedute. I primi dati in tempo reale su WTI e Brent confermando infatti la tendenza ribassista in atto già da alcuni giorni. Mentre scriviamo il prezzo del petrolio WTI registra un calo dello 0,16% mentre leggermente meglio al petrolio Brent che segna una flessione dello 0,04%. Non sono però tanto le variazioni a descrivere il momento di difficoltà che l’oil attraversa quanto quelli che sono i prezzi in tempo reale. Il Brent si muove infatti in area 63,8 dollari mentre il WTI galleggia sopra i 60,7 dollari. In entrambi i casi siamo comunque lontanissimi dalle previsioni sulla quotazione petrolio 2018 che parlavano di un possibile rialzo addirittura fino a 80 dollari. Vero è che l’anno è molto lungo ma, nonostante questo, molti traders stanno rivedendo le loro strategie di lungo periodo sull’andamento del prezzo dell’oil. Questo discorso vale sia nel caso di quegli investitori che puntano sul prezzo del greggio futures che nel caso di quei traders che preferiscono investire sul petrolio attraverso il trading di CFD. La sostanza, infatti, non cambia e si tratta di prendere atto che le prospettive sull’andamento dell’oro nero non sono più rosee come un tempo.

Il ribasso del prezzo del petrolio, che sui mercati si è tradotto in un calo delle quotazioni dei petroliferi, da Saipem a Eni, ha non non un motivo ma un mix di motivi alla sua base. In altre parole se il prezzo del petrolio cala, la “responsabilità” non è di un solo fattore ma di una serie di fattori.

C’è anzittutto la questione dei cambi. Nelle ultime sedute, SuperEuro ha lasciato il posto al rafforzamento del Dollaro. Il cambio Eur/Usd si è allontanato da quota 1,25 dopo aver fallito l’aggancio di questo importante target in più di una occasione. Alla luce dei meccanismi di correlazione tra l’andamento del prezzo del petrolio e il cambio Euro Dollaro, ad una divisa americana più forte è ovviamente corrisposto un calo delle quotazioni del petrolio. Ora poichè le previsioni sul cambio Euro Dollaro a marzo 2018 non sono poi tanto positive, si può ritenere che la quotazione del petrolio possa continuare a restare debole. I numeri parlano chiaro con l’indice del Dollaro che nella seconda metà di febbraio è volato passando da minimi di 88,27 a massimi di 90,70, tutto questo mentre il cambio Euro Dollaro è scivolato su quota 1,218 (correlazione Eur/Usd quotazione petrolio). 

Probabilmente però l’andamento del cross Eur/Usd da solo avrebbe avuto un effetto meno forte se non fosse entrato in gioco un secondo fattore ossia l’aumento della produzione da parte degli Stati Uniti e la conseguente vanificazione dell’accordo Opec sul taglio dei livelli produttivi. Le ultime rilevazioni dell’EIA hanno messo in evidenza un non atteso aumento delle scorte di greggio. Nella settimana che si è conclusa il 23 febbraio, le giacenze, diminuite nella precedente rilevazione di 1,616 milioni di barili, hanno invece registrato un aumento di 2,483 milioni di barili battendo le previsioni che invece puntavano su +2,077 milioni barili. Secondo i dati EIA, inoltre, la produzione di petrolio ha raggiunto un nuovo record storico di 10,057 milioni di barili al giorno contro i 9,949 di barili al giono del mese di gennaio. 

E’ ovvio che in un contesto simile il prezzo del petrolio sia stato inevitabilmente condannato al ribasso. Un possibile aumento del cambio Euro Dollaro oggi, però, potrebbe riportare leggermente avanti le quotazioni del petrolio. 

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