Il mese di maggio sembrerebbe far bene alle quotazioni petrolifere. Dopo un disastroso aprile, i prezzi del greggio sembrano essere nuovamente in aumento e questo contribuisce a rasserenare gli investitori. Che il pessimismo non la faccia più da padrone è evidente anche dalle più recenti analisi sul possibile andamento del greggio. Ad esempio Vontobel AM ritiene che il peggio sia oramai passato e che da qui in avanti le quotazioni petrolifere, sia pure tra tante incertezze, non possano far altro che crescere e archiaviare i terribili ultimi 10 giorni di aprile.

Guardando alla quotazione petrolio oggi, non si può che condividere il punto di vista di Vontobel. Il prezzo del greggio in versione WTI registra un rialzo del 6,6 per cento a 25,58 dollari al barile mentre il Brent segna una variazione positiva del 6,22 per cento a 31,57 dollari al barile. Nulla a che vedere con i dati della fine di aprile. 

Se, come affermano da Vontobel AM, il peggio è oramai alle spalle, questo significa che si può guardare con maggiore tranquillità al petrolio anche perchè sono oramai emersi i primi segnali di ripresa della domanda globale di oro nero.

Francamente c’era da aspettarsi una evoluzione di questo tipo considerando che a maggio in molti paesi alle prese con l’emergenza coronavirus è iniziato l’allentamento del lockdown. Meno restrizioni significa più mobilità e quindi incremento delle domanda di petrolio e conseguente risalita delle quotazioni che può essere sfruttata per fare trading attraverso i CFD ad esempio scegliendo un broker affidabilile come eToro (qui trovi la recensione)

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Non è però solo l’allentamento del lockdown a suggerire che il peggio per la quotazione petrolio sia alle spalle. Ci sono altri fattori che sono citati da Vontobel. 

Crollo domanda petrolio sovrastimato? 

Durante il crollo del prezzo del petrolio che si è registrato alla fine di aprile, si sono rincorse previsioni sempre più cupe su quello che sarebbe potuto avvenire nei mesi successivi. Oggi l’impressione è che probabilmente il calo della domanda di petrolio a causa dell’emergenza coronavirus era sovrastimato. 

Parlando di cifre se ad aprile il consensus vedeva un calo della domanda di petrolio nell’ordine di 25-30 milioni di barili al giorno, adesso le previsioni vedono un calo nel range tra 18 e 20 milioni di barili. Decisamente meno peggio. 

Scorte petrolio molto usate per sostenere la domanda

Altro elemento che fa pensare che il peggio per le quotazioni petrolifere sia alle spalle, è il crescente ricorso alle scorte di greggio per soddisfare la domanda. Secondo Michel Salden, Head of Commodities di Vontobel Asset Management, è possibile che dalla fine di maggio le scorte registrino un aumento. Questo significherebbe il ritorno della normalità dopo che, dalla fine di aprile, i barili stoccati in magazzino avevano raggiunto livelli record.

Inoltre alcuni dati dati, come il forte calo della produzione delle piattaforme americane, sembrano suggerire che la produzione petrolifera degli Usa possa registrare una flessione di 2-3 milioni di barili/giorno su base annua. Se così fosse la pressione sulle scorte si potrebbe allentare ancora di più e le quotazioni petrolifere potrebbero salire ancora. 

Attenzione ai colpi di coda

Se da un lato Vontobel afferma che il peggio per il prezzo del petrolio potrebbe essere alle spalle, dall’altro lato gli analisti non mancano di mettere in evidenza l’allentamento della tensione non sta a significare che, tutto ad un tratto, i motivi che hanno condotto al tracollo delle quotazioni neppure un mese fa siano venuti meno. 

Ricordate la guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita? A partire da due mesi fa, lo scontro tra le due potenze fu l’inizio del tracollo del prezzo del greggio. Ebbene se da un lato è vero che dall’1 maggio è in vigore l’accordo raggiunto in sede di OPEC+, è altrettanto vero che le manovre dei paesi produttori non sono finite.

E’ la stessa Vontobel ad affermare che in nessun caso sauditi e russi permetteranno al prezzo del petrolio di salire a tal punto da fornire un aiuto ai produttori americani di scisto. La risalita delle quotazioni va bene sia a russi che ai sauditi ma solo se essa non supera certi livelli. 

Parlando di numeri è ipotizzabile che l’OPEC+ punti a mantenere i prezzi del greggio a breve termine sotto i 30-35 dollari e i contratti a lungo termine in una forchetta tra 40 e 45 dollari.

In considerazione di tali target è preferibile restare prudenti e non accedere nell’ottimismo. Quindi se decidi di comprare e vendere CFD Petrolio attiva anche gli strumenti a disposizione per la protezione del tuo capitale come gli stop loss. Puoi imparare ad usare questi strumenti aprendo un conto demo con un broker autorizzato come Plus500 (leggi qui la recensione)

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E nel caso in cui i prezzi del greggio dovessero salire al di sopra del target indicato cosa succederebbe? Se nei prossimi mesi i prezzi a più lunga scadenza si dovessero avvicinare a 40-45 dollari, allora è logico attendersi una reazione da parte di sauditi e russi. Insomma il rischio che si torni al punto di partenza c’è tutto. 

Tre mesi per una ripresa dei prezzi?

Secondo gli analisti di JP Morgan si può pensare ad una ripresa della domanda di petrolio nei prossimi 2 o 3 mesi. Se così dovesse essere allora sarebbe ipotizzabile un ritorno al deficit delle eccedenze nella secodna metà dell’anno.

Non si può pensare che il tracollo delle quotazioni petrolifere possa essere archiviato senza conseguenze. Gli analisti di JP Morgan sono convinti che le conseguenze del coronavirus siano destinate a lasciare cicatrici durature anche nel lungo termine.

E’ quindi ipotizzabile che i livelli raggiunti dalla domanda di greggio prima della crisi non possano più essere raggiunti prima di novembre 2021. C’è quindi una forte componente rischio da tenere in considerazione a causa proprio della forte incertezza sulle dinamiche della domanda e dell’offerta.

Alla luce di tali considerazioni gli esperti della banca d’affari americana raccomandano azioni petrolifere difensive per il futuro. L’incertezza, infatti, potrebbe alimentare una crescente volatilità.

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