Miliardi bruciati in borsa sono reali? Cosa significa davvero?

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C’è un’espressione che i media sono soliti usare quando le borse crollano: “oggi sono stati bruciati tot miliardi in borsa“. Cosa si intende con questa affermazione? Davvero, durante il crollo di una borsa, vengono bruciati miliardi? Ovviamente il ricorso al termine “bruciati” non riguarda solo le borse ma anche i singoli titoli. Ad esempio se il prezzo delle azioni della società X crolla, molti media sono soliti titolare X ha bruciato tot miliardi di capitalizzazione.

Sia nel caso di interi indici azionari che collassano sia nel caso di deprezzamenti di un singolo titolo, la domanda è sempre la stessa: ha senso parlare di miliardi bruciati oppure è tutta una forzatura?

Capire se davvero si bruciano miliardi in borsa, come dicono i media, è essenziale soprattutto in considerazione di quanto sta avvenendo sui mercati di tutto il mondo a causa dell’emergenza Covid-19. La pendemia in atto e il conseguente peggioramento delle stime economiche hanno determinato, a partire dalla fine di febbraio, il crollo delle borse. A più riprese sono crollate Borsa Italiane e le borse europee ma anche la borsa americana e quella di Tokyo.

Ogni qualvolta c’è stato un crollo dei mercati, è sempre tornata la solita espressione: oggi a Milano (o a New York o a Tokyo) sono stati bruciati molti miliardi di capitalizzazione.

Come sito di borsa, crediamo che sia arrivato il momento di fare chiarezza su questa questione capendo se quando crollano i mercati, vengono bruciati miliardi o no.

L’argomento interessa gli azionisti, ossia chi sceglie di comprare azioni e quindi diventa titolare di diritti e obblighic he derivano dalla sua condizione, ma anche chi preferisce investire in azioni attraverso strumenti derivati come i Contratti per Differenza.

A tal proposito ricordo che per investire in azioni attraverso i CFD è consigliabile sempre scegliere i migliori broker Forex e CFD come ad esempio eToro (clicca qui per leggere la recensione).

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Miliardi bruciati in borsa: il fascino delle parole

Diciamo la verità: pensare che quando crollano le borse, vengono bruciati fisicamente miliardi, è senza dubbio un’immagine molto suggestiva. I mercati vanno a picco e i miliardi cash prendono fuoco. Ovviamente questa è solo un’immagine fantasiosa che, se non presa con le giuste precauzioni, rischia di diventare anche controproducente.

Chi investe in borsa sa perfettamente che non c’è peggior cosa del pessimismo. La cronaca è piena di casi di panic selling che sono stati alimentati da visioni pessimistiche ai limiti della paranoia. Crollano le borse? Questo è un fatto che può succedere ma affermare che viene giù tutto è una esagerazione il cui unico risultato è quello di fomentare ancora di più il sell-off.

Nelle fasi ribassiste quello che invece serve è razionalità senza la quale è davvero difficile uscire dal panic selling.

Miliardi bruciati in borsa: sono reali?

Ma allora i miliardi che vengono bruciati in borsa sono veri o no? Veramente quando ci sono crolli dei mercati, i soldi vengono ridotti in cenere? Assolutamente no. Parlare di miliardi bruciati in borsa è solo un’esagerazione e adesso spiegherò anche il perchè.

Anzitutto una premessa. La borsa oggi più che mai è un luogo virtuale nel quale avviene l’incontro tra la domanda e l’offerta. Non c’è un luogo fisico reale dove avvengono i milioni di scambi che ogni giorno vengono effettuati sui mercati di tutto il mondo. Le borse oggi sono virtuali e tutto avviene telematicamente. Questo è un passaggio essenziale.

Tecnicamente comprare azioni significa trovare un accordo tra prezzo di vendite e prezzo di offerta. Il prezzo punto di incontro tra domanda e offerta, subisce continue variazioni mentre il titolo è nel portafoglio del compratore. Le oscillazioni saranno tanto più forti quanto più è elevata la volatilità. Questo sistema fa parte delle regole della borsa. A volte si guadagna e a volte si perde.

Se decidi di vendere in una fase in cui c’è una prevalenza delle vendite, il risultato sarà la proliferazione dell’offerta che arriverà ad avere dimensioni tali da non poter essere assorbita da una domanda altrettanto forte. Netta prevalenza dell’offerta sulla domanda significa crollo delle azioni e, più in generale, della borsa.

Quindi quando l’offerta batte la domanda, è l’offerta a fare il prezzo che ovviamente scende. Viceversa nel caso in cui è la domanda a primeggiare sull’offerta, allora i prezzi scendono. 

E’ semplicemente questo ciò che avviene durante un crollo di borsa. Non ci sono miliardi che si bruciano ma ci sono semplicemente tantissimi investitori che vendono e pochi investitori che comprano. 

Non si può parlare di miliardi bruciati neppure se è una singola azione a registrare un deprezzamento ammettiamo del 3 per cento. Anche in questo caso non si è bruciato un bel nulla ma semplicemente, fatte le dovute proporzioni con l’ipotesi crollo dell’intera borsa, c’è una prevelenza dell’offerta sulla domanda. 

Una puntualizzazione finale: nella totalità dei casi, ogni calo è poi seguito da un rimbalzo. Anche se il crollo dovesse durare alcune sedute di fila, poi ci sarebbe un rimbalzo. 

LEGGI ANCHE –  Rimbalzo borse oggi: come approfittare del recupero dei mercati e guadagnare

E’ strano ma quando c’è un crollo si parla di miliardi bruciati, ma quando c’è una risalita nessuno parla di miliardi creati!

Per semplificare il discorso non ho preso in esame in questo paragrafo, la possibilità di guadagnare con il ribasso delle borse grazie allo short trading

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Miliardi bruciati in borsa…ma non esistono

I miliardi bruciati in bruciati in borsa non sono veri e quindi non esistono. Per aiutarti a comprendere meglio la differenza che c’è tra crollo delle borse e miliardi bruciati voglio fare un esempio. 

Ammettiamo che tu abbia comprato 1000 azioni a 10 euro ognuna un lunedì qualsiasi sperando in un aprezzamento del titolo nei giorni a venire. Alla fine dell’Ottava, però, il prezzo di quelle azioni è crollato a 9 euro. Dinanzi a questa situazione, causata dalla prevalenza di un generale sentiment negativo, hai due possibilità: 

  • Puoi conservare le azioni sperando in un loro successivo apprezzamento che porti i prezzi a salire.
  • Oppure puoi vendere al nuovo prezzo di mercato se pensi che nei giorni successivi i prezzi possano registrare un ulteriore calo

Solo tu puoi sapere quella che è la scelta giusta da fare. Sicuramente nel momento in cui ti ritrovi dinanzi al bivio, ad essere bruciato è stato una parte del tuo investimento (ossia 1 euro per le 1000 azioni comprate) ma non è certamente bruciato il capitale di quel titolo. 

Evidenzio che la decisione di vendere o mantenere le azioni è personale poichè solo tu sai se hai o no bisogno di quella liquidità o se puoi attendere una ripresa dei prezzi. 

In termini statistici dall’analisi dei rendimenti si possono fare interessanti considerazioni: se puoi investire sul lungo termine, allora l’effetto negativo del crollo del valore di un’azione ha molte possibilità di essere ammortizzato. Non solo ma se conservi le azioni in portafoglio e resisti ai sell-off, alla fine ci guadagni. 

In conclusione: in borsa c’è la massima libertà e nessuno obbliga nessuno a vendere quando i prezzi sono in calo. Al tempo stesso non ci sono miliardi che vengono bruciati ma solo investitori che guadagnano e investitori che perdono. Oggi toccherà a qualcuno e domani ad altri.

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