Cos’è la flat tax? Esempio pratico

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In questa guida analizzeremo brevemente la Flat Tax e cercheremo di comprendere cos’è e come essa viene applicata.

La Flat Tax sta per tassa piatta ad aliquota unica che per certi versi può rappresentare una vera svolta nel campo fiscale. Ma davvero essa è tale da abbassare la tassazione progressiva Irpef sui redditi da lavoro? In questa guida analizzeremo anche questo aspetto.

La flat tax è stata introdotta in Italia della legge di bilancio e prevede una tassazione unica al 15%. Questo è il programma della Lega che viene portato avanti da Salvini. Per Forza Italia, invece, la Flat tax deve avere l’aliquota unica al 23%.

Oggi ancora non è chiaro se la il Governo giallo-verde introdurrà questa tassa solo alle imprese o anche alle famiglie. Purtroppo non è semplice applicare questa strategia fiscale. In tutti i paesi dove è stata applicata, essa non ha minimamente funzionato.

Le discussioni sul possibile funzionamento non mancano e i problemi non sono pochi. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di comprendere quello che potrà succedere.

Cos’è la flat tax?

Possiamo definire la flat tax come la proposta di legge targata Lega che dovrebbe sostituire le attuali cinque aliquote Irpef e i cinque scaglioni di reddito, con un’unica aliquota al 15% per tutti, persone fisiche e società. Al momento, per il rispetto del principio della proporzionalità dell’imposta, l’art. 53 della Costituzione, prevede l’introduzione di due scaglioni:

  1. da 0 a 35 mila euro;
  2. da 35 mila a 50 mila euro.

Per queste è prevista l’applicazione di una deduzione fissa pari a 3.000 euro.

in merito alle deduzioni si ricorda che esse sono applicate alle famiglie e ai single per i contribuenti nel primo casso e per i redditi pari o superiori a 35.000 euro spetta soltanto per i familiari a carico. Al momento non è prevista alcuna modifica in merito al sistema di esenzione totale per redditi bassi. Infatti si parla di una no tax area per tutti i redditi fino a 7.000 euro.

Ad oggi la proposta di Forza Italia è sempre quella per cui si batte Berlusconi dal 1994, per cui la flat tax dovrebbe avere un’aliquota posta pari al 23% e un’esenzione fiscale per i redditi fino a 12.000 euro. Questo vorrebbe dire introdurre un sistema di detrazioni e deduzioni per famiglie e redditi bassi. Al momento però le due proposte sono notevolmente differenti.

>>Leggi anche: Flat tax – Pace Fiscale Famiglie e Imprese

Cos’è la Flat tax? Alcuni esempi pratici per capire come funziona

Per comprendere bene come funziona la Flat tax partiamo con un esempio pratico. In questo modo risulta molto più semplice comprendere come essa funziona. Supponiamo l’aliquota flat tax posta al 15%.

Prendiamo come riferimento un single che durante l’anno lavorativo guadagna 20.000 euro lordi. Al fine di effettuare il calcolo delle imposte da pagare si deve prima di tutto sottrarre dal reddito i 3.000 euro di deduzioni previste.

In questo caso, si ottiene un importo di reddito netto al quale si deve poi applicare l’aliquota del 15%.

Come procedere? Seguendo il presente schema:

  • 000 euro (reddito lordo) – 3.000 euro (deduzione) = 17.000 euro (reddito imponibile)
  • 000 euro x 15% (aliquota flat tax) = 2.550 euro (imposta dovuta).

Procediamo oltre, effettuando un ulteriore esempio pratico.

Supponiamo di prendere come riferimento una famiglia che detiene un reddito annuo pari a 37.000 euro e con due figli a carico. In questo caso si deve sottrarre dal reddito i 9.000 euro di deduzione prevista per i carichi di famiglia e successivamente applicare l’aliquota del 15% sull’imponibile. Seguendo lo schema su riportato è facile notare come l’imposta dovuta è posta pari a 4.200 euro.

Flat tax: cos’è e come funziona? Vantaggi e svantaggi

A questo punto, analizzato brevemente il calcolo, possiamo procedere oltre e comprendere quelli che sono i vantaggi e gli svantaggi ad essa connessa.

Secondo quanto predisposto dai fautori della proposta, anche analizzando le differenze tra la flat tax di Salvini e quella di Berlusconi, non possiamo non notare alcuni vantaggi comuni. Essi sono essenzialmente tre:

  • ridurre la pressione fiscale sia per le famiglie che per le imprese;
  • contrastare l’evasione fiscale;
  • semplificare il sistema con la razionalizzazione delle attuali detrazioni.

Nonostante tutto, molti ritengono che la flat tax in Italia non è così vantaggiosa come molto vogliono far credere. Questo vuol dire che gli svantaggi sono maggiori rispetto ai vantaggi.

Infatti, i contro dell’introduzione di una tassa piatta al 15% o al 23% sarebbero tanti, come ad esempio le minori entrate per lo Stato e anche il rischio di avvantaggiare i più ricchi. Questo potrebbe portare ad un rischio di incostituzionalità.

La flat tax attuale è solo per le partite IVA nel regime forfettario?

Il regime forfettario già da diversi anni prevede una tassazione differente rispetto al regime ordinario. Questo vuol dire che allo stato attuale la flat tax è operativa solo per i contribuenti titolari di partita IVA nel regime forfettario, ovvero un regime privilegiato dove vi è l’assenza di Irpef, addizionali, IVA, Irap e come tale non è soggetto a nessun tipo di studio di settore o ISA.

A seguito poi dell’ultima legge di Bilancio (2019) il Governo ha innalzato a tutti i contribuenti operanti nel regime (agevolato) forfettario il fatturato limite. In questo caso si parla di tassazione unica per tutti fino a 65.000,00 euro, a prescindere dal tipo di attività svolta.

In questo caso, sul fatturato viene applicato un coefficiente di redditività; questo viene poi moltiplicato per i ricavi/compensi incassati, con l’intento di ottenere il reddito fiscale. Su questo reddito si applica poi l’attuale flat tax, che può essere:

  • del 5% per le nuove attività;
  • del 15% per le attività già operative.

La flat tax attuale è stata introdotta con il regime forfettario per la prima volta con la Legge di Bilancio 2015 (Legge numero 190/2014).

Flat tax per le famiglie

Si parla anche di flat tax per le famiglie; questo è un tema importante, un punto centrale del programma della Lega confluito oggi all’interno del Contratto di Governo che a piccole dosi dovrebbe essere portato a termine.

Come visto ai vantaggi della flat tax corrispondono degli svantaggi che sono di gran lunga superiore rispetto ai piccoli vantaggi come riduzione delle imposte sul reddito familiare e d’impresa.

Oggi si parla anche di un altro grande problema, legato ad una più complessa semplificazione del sistema, grazie all’abolizione delle detrazioni fiscali in vigore oggi. E’ tale anche il bonus Irpef di 80 euro che viene sostituito da una deduzione fissa proporzionale pari a 3.000 euro di base, come visto in precedenza.

Una delle grandi novità per le famiglie è che la Flat tax potrebbe prendere il via a partire dal 2020 con l’accorpamento delle aliquote Irpef per i redditi superiori; in questo casi si parla di aliquota al 38% per i redditi dai 55.001 euro in su e non più tassa unica al 20% fino a 100.000 euro. Nel caso in cui si opti per la tassa piatta del 15%, gli stessi contribuenti potranno dire addio alle attuali detrazioni e bonus fiscali Irpef.

Flat tax: a chi conviene davvero?

Purtroppo non è semplice stabilirlo; quello che è certo è questo: un unico regime fiscale, sia per le aziende che per gli individui, non aiuterebbe di certo la crescita, e allo stesso tempo aumenterebbe il divario tra ricchi e poveri anche se permetterebbe una semplificare per il fisco italiano.

Lo Stato si trova a fare i conti certamente con minori entrate e quindi si vede costretto a tagliare la spesa pubblica. La Lega afferma che il regime a tassa piatta servirebbe a combattere invece l’evasione fiscale, uno dei problemi cronici del nostro paese. A seguito dell’introduzione dello sgravo fiscale e del sistema semplificato, non varrebbe più la pena imbrogliare; questa è almeno l’idea di Salvini, in quanto se si versano meno contributi, tutti saremmo più inclini a pagare le tasse, a prescindere che si tratti di famiglie o imprese.

Tutto questo però è da verificare, come anche si deve verificare che il potere d’acquisto davvero diverrebbe più alto, consentendo investimenti e stimolando l’economia. Il provvedimento andrebbe quindi ripensato. Com’è adesso, invece, peserebbe sulle diseguaglianze economico-sociali, rendendole ancora più evidenti.

Al momento la proposta della Lega farebbe risparmiare solo il 20-30% ai ricchi Italiani. Non incide minimamente sulla ricchezza del resto della popolazione, e questo potrebbe portare ad un aumento del divario tra ricchi e poveri.

Come viene finanziata la Flat tax?

L’ipotesi al vaglio del governo per finanziare la Flat tax è quella di effettuare dei tagli a Reddito di Cittadinanza e al bonus 80 euro.

Purtroppo le risorse per finanziare la procedura servono e per altro ne servono veramente tante. Si potrebbero prevedere dei tagli su Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, che potrebbero lasciare al governo un margine di manovra da riutilizzare sulla Flat tax, ma al momento è tutto fermo.

Come cambierà il bonus Renzi di 80 euro?

A questo punto quello che interessa la maggior parte dei lavoratori dipendenti è capire che fine farà il Bonus Renzi da 80 €. Dove andrà a finire? Sparisce definitivamente o viene rimodulato?

Si precisa che questo bonus costa allo Stato circa 10 miliardi l’anno. Per attuare questo bonus si è reso necessario sacrificarne altri.

Se la Flat tax venisse attuata, tutti i soggetti che guadagneranno fino a 26mila euro l’anno, saranno soggetti ad un taglio dell’Irpef. Allo stesso tempo saranno soggettati ad uno svantaggio legato ai compensi; ovviamente si tratta di compensi negativi derivanti dalla scomparsa degli 80 euro.

Il bonus Renzi diventa una detrazione?

Si potrebbe anche prevedere quest’ipotesi; la trasformazione degli 80 euro in detrazione fiscale che potrebbe portare comunque a dei benefici (che grosso modo sarebbero gli stessi), anche se il bonus non figurerebbe più come una spesa per le casse dello Stato ma come una minore entrata. In pratica il bonus Renzi diventerebbe una detrazione o una deduzione alla quale sarà affidata la progressività dell’imposizione fiscale con il regime della flat tax.

I soldi del bonus Renzi, potrebbero essere usati per evitare l’aumento dell’Iva?

l’ultima ipotesi invece prevede l’utilizzo del Bonus Renzi per disinnescare (in parte) le clausole di salvaguardia dell’Iva. In pratica al Governo servono anche 23 miliardi per scongiurare un aumento dell’IVA e con i 10 miliari del bonus già a disposizione le cose sarebbero più semplici.

Al momento, però, tutto questo è solo un’ipotesi. Non vi è nessun sponente del governo che ha fatto cenno a questa possibilità, o si è sbilanciato su questo.

Tutti siamo in attesa di conoscere quelle che saranno le linee guida del governo, considerando anche che i vincoli della finanza pubblica sono un’ipotesi che non possono essere tralasciati.

>>Leggi anche: Bonus bebè 2019: scadenza, domanda, requisiti e importi [circolare INPS]

Flat Tax 2020: famiglie e imprese?

Infine, per concludere, analizziamo un altro aspetto importate della legge; non è possibile pensare di applicare la Flat Tax da un giorno all’altro e non è possibile introdurla per tutti. Si deve procedere a scaglioni.

Questo vuol dire mettere in pratica una tassazione nuova, ma con gradualità; si parla anche di una prima ipotesi legata alle sole imprese, ovvero a quelle che sarebbero più in difficoltà.

Da quanto si evince oggi, la flat tax Partite IVA 2019, è già stata attuata con l’estensione e la modifica del regime forfettario portandolo fino a 65mila euro, per tutti. Il prossimo passo potrebbe essere quello della flat tax imprese da inserire nella manovra 2020 per importi superiori.

Non si deve infine dimenticare neanche le famiglie, dove la riforma sembra avere tempi più lunghi, anche se al momento non si si escludono novità al di sotto di determinate soglie di reddito. Infatti, si parla di flat tax al 15% per chi guadagna fino ad un massimo di 50 mila euro. questo porterebbe dei notevoli vantaggi a questi percettori.

Non ci resta che attendere le prossime settimane per non dire i prossimi mesi per vedere se davvero tutto questo potrà portare a delle misure concrete o meno. Nel frattempo, dobbiamo fare i conti con la lettera della Commissione Europa sull’economia italiana.

Possiamo solo affermare che ad oggi non ci sarà l’aumento dell’IVA e come tale si parla di reperire le risorse per coprire questo costo e scongiurare il taglio al Bonus Renzi 80 euro.

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