APE volontaria: come funziona? Guida ai requisiti, calcolo, domanda

L’Ape volontaria è considerata da sempre come una forma di anticipo sulla pensione di vecchiata. Essa è prevista per un massimo di 3 anni e 7 mesi fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

In breve, essendo un anticipo della pensione a carico del futuro pensionato, essa potrà essere richiesta da tutti i lavoratori ad eccezione dei liberi professionisti che hanno una cassa previdenziale di categoria e coloro che risultano cattivi pagatori.

Possono accedere all’agevolazione tutti i soggetti che abbiano compiuto 63 anni di età e abbiano 20 anni di contributi. Questo vuol dire che possono accedere alla pensione di vecchiaia massimo 3 anni e 7 mesi prima grazie all’Ape volontaria.

E’ possibile accedere e sfruttare quest’agevolazione entro il 31 -12 2019, tranne che non siano previste ulteriori proroghe.

Diversamente dalle altre forme di anticipo pensionistico come ad esempio (social, aziendale, rosa), per al fine di richiedere l’APE volontaria non occorre trovarsi in particolari difficoltà. Questo vuol dire che possono richiedere la prestazione sociale tutti i soggetti, anche coloro che non si trovano in una delle seguenti situazioni:

  • Disoccupazione;
  • lavori gravosi;
  • incentivo a lasciare l’azienda;
  • madre lavoratrice con figli a carico.

INPS Ape Volontaria 2019: come funziona?

Possiamo procedere ad analizzare brevemente come funziona l’ape volontaria. Per definizione possiamo dire che l’APE volontaria è un prestito.

Tutti i soggetti che ottengono l’anticipo pensionistico, lo ricevono direttamente da un ente diverso dall’Inps. In pratica si tratta di operatori finanziari, ovvero banche che anticipano la somma dovuta per poi riprendersela in seguito con interessi.

Solo a seguito del raggiungimento della pensione vera e propria, si procederà alla restituzione di quanto anticipato. Dalla pensione di vecchiaia mensile sarà infatti detratta una rata di importo pari alla somma da restituire e che l’Inps girerà automaticamente a chi ha fornito il prestito.

Tutti i prestiti sono coperti da assicurazione la quale garantisce la restituzione della somma anticipata in caso di morte di chi ha ricevuto l’APE.

Si tratta di un’assicurazione che viene ripagata allo stesso modo del prestito. I soggetti che richiedono il prestito sono sottoposti a valutazioni inerenti alla possibile affidabilità dello stesso. Ecco il motivo per il quale chi non risulta in regola con pagamenti dovuti di qualsiasi tipo, non può accedere all’anticipo volontario.

>>Leggi anche: Pensione di vecchiaia 2019: cos’è? come ottenerla?

Ape volontaria requisiti 2019: chi la può richiedere?

Possono accedere al sostegno e richiedere l’APE volontaria, tutti i soggetti che rispettano i seguenti requisiti:

  • età minima superiore a 63 anni;
  • minimo 20 anni di contributi (anche figurativi o volontari);
  • raggiungere l’età pensionabile entro un periodo max. di 3 anni e 7 mesi;
  • non essere in possesso di una pensione:
    • vecchiaia;
    • anticipata;
    • invalidità;
  • essere nella piena facoltà di aver diritto a una pensione di vecchiaia pari a 1,4 volte maggiore rispetto alla pensione minima.

Nel 2019 la pensione minima è pari a 702 euro mensili. Questo vuol dire che l’APE volontaria deve avere diritto a una pensione di vecchiaia di 982,8 euro, al netto delle trattenute per restituire l’APE.

>>Leggi anche: Pensione anticipata 2019: requisiti, calcolo e domanda

Ape volontaria VS lavoro

Tutti i soggetti che richiedono l’APE VOLONTARIA possono anche continuare a svolgere la propria attività lavorativa. Possono richiederlo tutti i soggetti, anche coloro che effettuano il passaggio dal tempo pieno a part-time, e viceversa.

Possono altresì farne richiesta, tutti i lavoratori che svolgono una propria attività alle dipendenze, a prescindere che si tratti di lavoro pubblico o privato, che si tratti di dipendenti, autonomi o parasubordinati ad eccezione solo dei casi su esposti.

Ape volontaria 2019: ultimissime sull’erogazione

Al momento l’APE VOLONTARIA viene concessa solo se sono presenti questi 4 importanti elementi:

  1. il futuro pensionato che chiede l’anticipo;
  2. l’Inps che gestisce la richiesta di anticipo e la restituzione delle somme anticipate;
  3. una banca o altro operatore finanziario che fornisce l’anticipo;
  4. un’assicurazione che garantisce la restituzione delle somme anticipate in caso di morte del beneficiario dell’APE volontaria.

In breve, i soggetti che richiedono l’ APE VOLONTARIA devono inoltrare domanda all’INPS il quale poi valuta se concedere o meno l’anticipo pensionistico.

Sarà cura dell’Inps effettuare le trattenute sulla pensione di vecchiaia e restituire quanto ricevuto come anticipo.

Il soggetto finanziario, invece lo si potrà scegliere liberamente ed è questo che concede il prestito. E’ libera anche la scelta del soggetto assicurante che serve come garanzia per la restituzione dello stesso. In questo caso, dovete scegliere tra banche e assicurazioni aderenti alle due associazioni di categoria (ABI e ANIA) per mezzo delle quali il governo ha stipulato gli accordi per consentire l’erogazione dell’APE volontaria.

>>Leggi anche: Pensione a 62 anni: quando e come è possibile?

Ape volontaria calcolo: quanto si potrà ottenere massimo?

Tutti i soggetti che richiedono l’APE volontaria possono presentare domanda e riceverla per un periodo minimo di 6 mesi e un periodo massimo di 3 anni e 7 mesi. L’erogazione termina quando si raggiunge l’età pensionabile.

Se invece il soggetto richiedente, presenta domanda in un periodo maggiore di 3 anni e 7 mesi prima di raggiungere la pensione, la domanda viene annullata e respinta.

Se l’APE VOLONTARIA viene erogata, la durata dell’anticipo determina l’importo mensile. Più a lungo si gode dell’APE volontaria e minore sarà l’importo mensile dell’anticipo stesso.

Più precisamente, l’anticipo mensile sarà pari a:

  • 75% della futura pensione di vecchiaia se l’anticipo è erogato per 36 mesi o più;
  • 80% della futura pensione di vecchiaia se l’anticipo è erogato per un periodo tra i 24 e i 26 mesi;
  • 85% della futura pensione di vecchiaia se l’anticipo è erogato per un periodo tra i 12 e i 23 mesi;
  • 90% della futura pensione di vecchiaia se l’anticipo è erogato per meno di un anno.

In breve l’APE volontario garantisce un’erogazione mensile di almeno 150 euro.

Attenzione però a dei particolari; sull’importo dell’anticipo volontario della pensione pesano anche alcuni debiti il cui pensionato deve pagare infuturo. Infatti, la somma dell’APE corrisposto e dei debiti a carico del futuro pensionato non possono avere un valore superiore al 30% dell’importo della pensione di vecchiaia (al netto di eventuali rate per debiti erariali e assegni divorzili).

Nel caso in cui si supera il valore stesso, l’importo mensile dell’anticipo pensionistico che viene erogato diminuisce tanto quanto serve per non superare quel valore.

Si noti anche che l’APE volontaria non viene considerata reddito tassabile e come tale non costituisce base imponibile per l’Irpef.

In merito agli interessi pagati al fine di ricevere l’erogazione del prestito e anche sui costi dell’assicurazione del prestito stesso (29%) si applica invece un credito di imposta pari ad un massimo del 50% dell’importo.

Interessi e costi in questione sono resi noti dall’Inps tramite apposita circolare.

>>Leggi anche: Quota 97,6: pensione a 61 anni (e 7 mesi) per i lavori usuranti

Ape volontaria domanda: come presentarla?

Lo abbiamo accennato in precedenza; L’APE volontaria deve essere richiesta all’Inps (gestione separata se lavoratori autonomi). Si tratta di somme che l’Inps erogherà come pensione di vecchiaia a coprire la restituzione dell’anticipo.

Tutti i passaggi da compiere al fine di richiedere l’APE volontario si estinguono in due passaggi:

  1. Il primo: ottenere il via libera dell’Inps alla richiesta;
  2. Il secondo riguarda l’ottenimento dell’anticipo pensionistico.

E’ all’INPS che deve essere presentata domanda di certificazione per il diritto all’APE volontario.

La domanda deve essere presentata secondo una delle seguenti modalità:

  1. Direttamente online, accendo al sito dell’Inps per mezzo del PIN dispositivo o del sistema Spid;
  2. Per mezzo di numero verde:
    1. 803164 da rete fissa (senza costi alla risposta);
    2. 164164 da rete mobile (costi alla risposta variabili a seconda del proprio gestore di telefonia mobile);
  3. Per mezzo di CAF e patronati o anche intermediari abilitati.

L’Inps inoltre verifica che il soggetto richiedente l’APE volontario abbia tutti i requisiti per ottenerlo.

Questo vuol dire che Rilascia la certificazione del diritto all’anticipo pensionistico volontario e comunica l’importo minimo e massimo del prestito che si può avere.

Solo a questo punto è possibile inviare all’Inps la richiesta di accesso all’APE volontaria.

Ape volontaria INPS: documenti da inviare 

Al fine di ottenere l’ APE VOLONTARIA e quindi avere il via libera per richiedere l’anticipo pensionistico, la richiesta deve essere inoltrata all’INPS allegando alcuni documenti.

L’APE volontario deve dunque comprendere:

  1. domanda di pensione di vecchiaia la quale assicura la restituzione dell’anticipo/prestito;
  2. domanda di finanziamento, ovvero erogazione dell’anticipo pensionistico;
  3. domanda di assicurazione a copertura del prestito in caso di morte prima della restituzione dell’intero ammontare del prestito.

All’interno della domanda devono essere indicati:

  • l’operatore finanziario al quale si chiede di erogare l’anticipo pensionistico;
  • l’assicuratore al quale si chiede di garantire la restituzione di tale anticipo in caso di propria morte.

Una volta inviata, la domanda di APE volontaria, non può essere revocata.

Nel momento in cui l’operatore finanziario eroga il prestito, è esso stesso a trasmette all’Inps il contratto di prestito o la comunicazione del rifiuto del prestito (in quest’ultimo caso decade automaticamente anche la domanda di pensione presentata all’Inps).

Tutti i contratti di prestito sono resi disponibili online al futuro pensionato. Nel tempo massimo di 14 giorni dalla data di pubblicazione, il futuro pensionato può esercitare il diritto di recesso dal contratto di prestito.

>>Leggi anche: Pensioni anticipate e penalizzazioni sull’assegno: Cosa prevede la normativa?

Ape volontaria: quando conviene? Come restituire il prestito?

L’APE volontaria abbiamo detto che rappresenta l’anticipo della pensione a carico del futuro pensionato. Esso viene restituito tramite trattenute sulla pensione di vecchiaia.

Le restituzioni possono avvenire in un tempo massimo di 260 rate ovvero 20 anni, a partire dal primo mese successivo a quello in cui viene erogata la pensione di vecchiaia.

E’ lo stesso ente INPS a provvedere alle cosiddette trattenute sulle singole mensilità, tredicesime incluse.

E’ lo stesso Inps a restituire poi le somme anticipate a chi le ha fornite. Tutti i soggetti che hanno ottenuto l’APE volontaria non devono fare nulla se non restituire le somme a tempo debito.

L’anticipo pensionistico potrà essere restituito anche prima delle 260 rate in 20 anni.

In caso di morte prima della restituzione dell’intero anticipo non vi sono problemi, in quanto scatta l’assicurazione sull’APE stesso.

In breve, le somme da restituire saranno saldate dall’assicurazione. Come avviene per qualsiasi prestito, lo stesso avviene per la restituzione delle somme ottenute come APE volontaria. A questo infatti, si applicano gli interessi (2,85%). Si tratta di interessi resi noti dall’Inps tramite un’apposita circolare (essa non è ancora stata pubblicata per l’anno 2019).

Nel momento in cui il prestito è stato interamente restituito, la stessa pensione di vecchiaia viene erogata e ammonterà all’intera cifra cui si ha diritto una volta raggiunta l’età pensionabile, sulla base di quanto disposto dalla legge Fornero e senza trattenute.

INPS ape volontaria simulatore 

Al fine di comprendere in misura forfettaria, quanto si può avere con l’APE volontaria e quanto si vedrà trattenuto sulla propria futura pensione, potete accedere al sito dell’INPS ed utilizzare il simulatore che vi viene fornito dall’INPS stessa.

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