Azioni Tenaris e accuse per corruzione in Argentina: dopo il crollo, i prezzi sono ora convenienti?

Questa mattina, già prima dell’apertura della seduta di Borsa Italiana, una domanda ha iniziato a circolare tra gli investitori: perchè le azioni Tenaris crollano? In effetti, come poi dimostrato dall’andamento della terza di Ottava, il crollo della quotazione Tenaris è diventato l’argomento centrale della giornata. Dal punto di vista grafico, Tenaris in poche ore di negoziazione ha subito un deprezzamento del 9,08 per cento con il prezzo delle azioni (dato in tempo reale) che è crollato a 10,66 euro. In realtà la corsa a vendere azioni Tenaris è stata talmente forte che nel corso del mattino le quotazioni della società del settore oil sono scese fino ad un minimo di 10,64 euro. Il forte ribasso che Tenaris segna sul Ftse Mib ha inevitabilmente determinato un brusco peggioramento della performance mensile della società oggi attestata su un -17,04 per cento. Ovviamente il crollo delle azioni Tenaris (e soprattutto un crollo di tale portata) ha lanciato quelli che sono gli interrogativi tipici di situazioni come questa. Conviene comprare azioni Tenaris ai prezzi di oggi è stata la seconda domanda che ha circolato e circola negli ambienti di borsa oggi. Rispondere a questo interrogativo non è facile ma una cosa è certa: per capire se comprare o vendere ancora Tenaris è necessario inquadrare con certezza quelle che sono le cause del sell-off che si è scatenato sul titolo. 

Il tracollo di Tenaris sul Ftse Mib non è dovuto al prezzo del petrolio. Facendo parte della categoria dei titoli del settore petrolifero, Tenaris tende a subire gli effetti dell’andamento della quotazione petrolio. Come nel caso di Eni e di Saipem, anche la società Tenaris crolla se il prezzo del petrolio registra ribassi molto marcati. Ebbene non è questo il caso di oggi. Il crollo di Tenaris, infatti, avviene in un momento in cui le quotazioni del petrolio sono anche in recupero. Il motivo della corsa a vendere azioni Tenaris è quindi un altro. Già prima dell’apertura delle negoziazioni i media hanno comunicato che il presidente della società Paolo Rocca era stato incriminato in Argentina per l’accusa di corruzione.

I fatti contestati a Rocca fanno parte del “Caso Taccuini“, una vasta indagine che vede coinvolti diversi funzionari del precedente governo Kirchener che sono accusati di aver ricevuto tangenti. I fatti contestati a Rocca sono riferiti al 2018. La magistratura argentina ha disposto che il presidente della società non possa lasciare il paese fino a nuova comunicazione. Secondo la procura Rocca “sarebbe stata una delle persone che ha ordinato la consegna di denaro”. Le accuse quindi sono molto gravi e questo spiega il perchè questa mattina ci sia stata una vera  propria corsa a vendere azioni Tenaris. 

Il Consiglio di Amministrazione di Tenaris ha confermato Paolo Rocca alla presidenza del gruppo e gli ha chiesto formalmente “di continuare a difendersi col pieno supporto del consiglio“. Rocca, da parte sua, ha dichiarato di essere del tutto estraneo ai fatti che gli vengono contestati dai magistrati nell’ambito dell’inchiesta sul “Caso Taccuini“. 

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