Valore azioni Eni ai massimi da febbraio 2020: comprare a questi prezzi conviene ancora?

Tra i titoli del Ftse Mib che negli ultimi mesi hanno messo a segno un recupero c’è Eni. La quotata del Cane a Sei Zampe, dopo la sofferenza dello scorso anno, è salita fino ad un passo dai 12 euro raggiungendo i massimi da febbraio 2020. Dall’inizio dell’anno a metà ottobre, il valore delle azioni Eni evidenzia un rialzo del 40 per cento. 

La fase negativa di Eni è durata fino alla fine di ottobre quando il titolo è caduto fino a 5,88 euro (seduta del 28 ottobre). Tra la fine di ottobre e metà dicembre 2020, la quotata del Cane a Sei Zampe ha poi cambiato la rotta. Sfruttando il ritorno del sentiment positivo, sostenuto dalla vittoria di Biden alle elezioni Usa e, soprattutto, dall’annuncio di Pfizer in merito alla scoperta di un vaccino contro il Covid19, anche Eni ha recuperato parte del valore perso. L’inversione di tendenza c’è poi stata a fine marzo grazie al rialzo del prezzo del petrolio che ovviamente ha condizionato positivamente i titoli legati all’oil.

Dopo l’estate, è sempre stato il rally della quotazione del greggio a spianare la strada ad Eni verso i 12 euro. Ad ottobre, per finire, nuovo driver con l’annuncio dell’IPO del business che integra le attività retail gas&power e quelle relative alle rinnovabili (Eni R&R>>>per tutte le novità leggi qui). 

Questa dinamica ha premiato coloro i quali avevano deciso di comprare azioni Eni quando esse valevano meno di 6 euro. Considerando che a inzio aprile il titolo scambia a 10,57 euro, chi ha seguito i consigli dati in questo post, ha messo da parte un profitto decisamente consistente. Lo stesso discorso vale per chi ha scelto di investire in azioni Eni attraverso i CFD usando broker autorizzati come ad esempio Plus500 (qui la recensione completa). A tal riguardo ricordo che proprio Plus500 offre la demo gratuita per imparare a comprare e vendere CFD Azioni senza rischi. 

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Valore azioni Eni: fin dove arriverà?

Secondo gli analisti di Equita, il valore delle azioni Eni potrebbe salire fino a 13 euro. Si tratta di una valutazione decisamente superiore rispetto ai 10,5 euro che erano stati fissati dalla sim milanese a febbraio 2021 e poi ribaditi all’inizio di aprile. Nell’ambito della stessa raccomandazione, gli analisti hanno anche confermato il rating buy. La view di Equita su Eni, quindi, resta bullish.

Nell’aggiornamento di ottobre (l’ultimo in ordine di tempo), gli analisti hanno posto l’accento sull’IPO di Eni R&R. Secondo gli esperti di Equita si tratta della soluzione migliore per la valorizzazione del business. Per la sim, l’IPO potrà creare valore consentendo l’accellerazione del processo di transizione energetica e sostenendo i relativi investimenti attraverso la riduzione del debito. Inoltre la nuova Eni R&R avrà multipli decisamente superiori a quelli della stessa Eni. Per finire, l’IPO di Eni R&R renderà indipendente dal punto di vista operativo e finanziario, la nuova società che in questo modo potrà essere in grado di attrarre investitori, debito ed equity che sono tradizionalmente preclusi alle società che sono esposte all’oil&gas.

Nell’aggiornamento di aprile, gli analisti di Equita hanno posto l’accento sulla nuova scoperta nell’offshore dell’Angola (blocco 15/06, in prossimità del pozzo di Cuica).

La sim ha ricordato che la dimensione stimata della nuova scoperta è pari a 200-250 milioni di barili di olio in posto con una capacitaÌ? produttiva di circa 10.000 barili al giorno. Cuica rappresenta la prima scoperta commerciale nella regione dell’Angola dopo la crisi causata dal covid19. Negli anni precedenti altre scoperte erano state effettuate a Kalimba, Afoxé, Ndungu, Agidigbo, Agoga.

La joint-venture del Blocco 15/06 eÌ? formata da Eni che ha in mano una quota del 36,8 per cento, da Sonangol P&P (stessa quota di Eni) e da SI Fifteen Ltd che ha invece in mano una quota del 26,3 per cento.  produzione equity di ENI eÌ? di circa 120.000 barili di olio equivalente al giorno.

Secondo Equita la scoperta conferma le buone prospettive del Blocco 15/06. Per la sim, il valore della scoperta è compreso tra 80 e 100 milioni di euro, assumendo 5 dollari al barile il valore delle riserve recuperabili.

Nell’aggiornamento di fine febbraio, invece, c’è un riferimento al meeting virtuale dell’amministratore delegato di di ENI, Claudio Descalzi, e del top management con gli investitori. Gli esperti della sim milanese hanno posto l’accento sui target di crescita delle rinnovabili che avrebbero lo spazio per un ulteriore miglioramento. I 4GW al 2024, infatti, sono il frutto di progetti di in sviluppo in Italia, nord e sud Europa e negli Stati Uniti.

Secondo la sim milanese, inoltre, le aree in concessione dei campi petroliferi rappresenteranno un’ulteriore fonte di sviluppo di capacitaÌ? durante tutto il periodo di esecuzione del piano. In tal senso sono attesi ritorni in un range tra il 6 e il 9 per cento. 

Nel meeting con la comunità finanziaria, i vertici di Eni hanno posto il focus su upstream e biocombustibili. In particolare l’upstream sta attraversando una fase di transizione ed è focalizzato sul gas, restano sempre un generazione di cassa di rilievo grazie alla strategia near-field e al basso time-to-market.

Segnali sono anche arrivati sui biocombustibili che vengono generati da risorse rinnovabili. A partire dal 2023 le bioraffinerie da 2 milioni di tonnellate di capacitaÌ? verranno alimentate da eedstock non basate su olio di palma, ma bensì con prodotti che derivano da scarti agricoli. Per questo tipo particolare di carburante, infatti, la domanda è in rialzo grazie anche alle nuove regole decisa dall’UE.

Per finire ci sono i progetti di CCS (centro cattura e stoccaggio) che contribuiranno alla decarbonizzazione sia delle centrali Eni che di quelle di terzi. L’iidrogeno blu/verde diventerà una fonte importante di decarbonizzazione. Dal meeting è stato segnalato che il costo dell’idrogeno verde eÌ? ancora 4-5 maggiore rispetto a quello dell’idrogeno di origine fossile privo di cattura dei GHG. 

Queste tendenze delineano una prospettiva interessante che puoi sfruttare per fare trading attraverso i CFD senza bisgno di comprare azioni. Per operare è sufficiente scegliere un broker autorizzato come ad esempio eToro (leggi qui la recensione completa) ed imparare a comprare e vendere CFD Azioni usando la demo gratuita da 100mila euro.

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Interessante notare che nei mesi precedenti la sim milanese ha anche deciso di incrementare il peso in portafoglio delle azioni Eni nell’ordine di 50 punti base. La decisione è stata presa in scia al newsflow positivo riguardante le novità sul vaccino annunciate dalla Pfizer. 

Più in generale, di recente Equita ha rivisto al rialzo il peso in portafoglio del settore auto ma anche quello del bancario/finanziario. Inoltre gli analisti continuano a sovrappesare i titoli che sono maggiormente esposti sui temi finanziati dai piani europei e quindi sul settore utilities, telecom e infrastrutture/cemento ma anche sui titoli che invece sono più esposti ai trend strutturali. 

Con l’arrivo del vaccino per il covid19, Equita ritiene possibile che possa esserci un recupero di alcuni settore, come ad esempio quello dei consumi discrezionali, quello finanziario e quello petrolifero (qui la quotazione petrolio in tempo reale)

Tra i motivi per cui il valore delle azioni Eni è destinato a salire: 

  • il fatto che la strategia di transizione porterà Eni a trasformarsi in un player leader nel settore multi energy/enviromental solutions.
  • il fatto che il flusso di cassa operativo del Cane a Sei Zampe compra il livello di capex per il 2020 con quotazione del Brent a 35 dollari al barile
  • la solidità del bilancio della società che presenta un livello di liquiditaÌ? sufficiente per poter affrontare uno scenario di riduzione della domanda di idrocarburi

Gli analisti di Equita hanno anche evidenziato che la valutazione di Eni a 10 euro sconta un multiplo di 5 volte il rapporto enterprise value/Ebitda.

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Valore azioni Eni analisi tecnica marzo 2021

Quali sono le prospettive di Eni dal punto di vista tecnico a marzo 2021? Secondo il trader indipendente Sante Pellegrino, Eni è in zona positiva ma sarà necessario il superamento di quota 9,78 euro per avere conferma dello scenario attuale. Tecnicamente supporti molto importanti possono essere individuati in area 9,5 e 9,25 euro.

Tali livelli non dovranno mai essere abbondonati poichè in questo caso non è da escludere che il prezzo delle azioni Eni possa scivolare al ribasso finendo prima a quota 8,6 euro prima e successivamente anche sotto gli 8,25 euro nel caso in cui la spinta ribassista dovesse essere molto forte. 

Eni novità su CCS Ravenna

A tenere banco in casa Eni ad inizio nuovo anno sono le novità su CCS Ravenna. Stando ad alcune indiscrezioni di stampa, il Cane a Sei Zampe sarebbe alla ricerca di altre strade di finanziamento per il progetto CCS (Carbon Capture & Storage) di Ravenna. Venuta meno la possibilità di ricorrere al Recovery Fund, secondo Milano Finanza una fonte di finanziamento alternativa potrebbe essere rappresentata dai bond sostenibili che sarebbero emessi prima di un’altra emissione di bond ibridi.

Il progetto CCS punta ad avere una capacità di stoccaggio di 300-500 milioni di tonnellate nei giacimenti esausti dell’Adriatico con l’obiettovo di incrementare anche la loro produttività. 

Si tratta di uno dei progetti più grandi a livello globale e a sviluppo punta a maturare una capacitaÌ? di 2 Mtpa nella fase iniziale per la cattura della CO2 da centrali a gas e dal polo chimico di Versalis. Tale capacità successivamente salirebbe a 5 Mtpa. 

Le novità sul progetto CCS Ravenna si configurano come un importante driver di lungo termine per il titolo da sfruttare per fare trading.

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Restate neutrali sulle azioni Eni

Non tutti gli analisti la pensano positivamente sulle prospettive di Eni. Se per Equita le azioni del Cane a Sei Zampe sono da comprare, Citi si è mostrata molto fredda sulle prospettive del titolo. Analizzando la questione IPO Eni R&R, gli analisti della banca d’affari Usa hanno dichiarato di essere leggermente dubbiosi sull’impatto positivo sull’equity di Eni poichè la materialità relativa di questo business rappresenta solo il 9 per cento del flusso di cassa operativo stimato per il 2025.

Inoltre, ha aggiunto, Citi va anche tenuto conto del fatto che Eni procederà con la vednita solo una quota di minoranza del business che integra le attività retail gas&power e quelle relative alle rinnovabili. Per tutti questi motivi, il rating assegnato da Citi ad Eni dopo l’annuncio sull’IPO Eni R&R è neutral con target price a 10 euro (nettamente sotto i prezzi attuali). 

Un approccio freddo su Eni era stato espresso in precedenza anche da Mediobanca e Fidentis.

Commentando la notizia della decisione riguardante la decisione del Direttore Generale della divisione Energy Evolution, Massimo Mondazzi, di lasciare il Cane a Sei Zampe (per la cronaca la posizione sarà ora assunta da  da Giuseppe Ricci, attualmente Vice Direttore della Direzione), gli analisti di Mediobanca Securities non hanno nascosto la loro sorpresa visto che la mossa è avvenuta appena poco dopo il suo insediamento.

Anche per questo motivo da Piazzetta Cuccia si preferisce mantenere un approccio decisamente cauto su Eni con rating a neutral. Gli esperti hanno anche ribadito il target price a 9,5 euro che, considerando la quotazione attuale del titolo, include un discreto upside (qui la demo eToro per investire in azioni Eni con i CFD).

Di azioni Eni da mantenere, invece, parlano gli analisti di Fidentis. Gli esperti vantano sul titolo del Cane a  Sei  Zampe un rating hold (appunto mantenere) e un target price che è collocabile nella forbice tra 9 e 10 euro. 

Fidentis preferisce concentrare la sua analisi sul successore di Mondazzi, Giuseppe Ricci, ricordando che il manager ha acquisito una vasta esperienza in settori molto importanti e strategici come l’economia circolare, il downstream e ancota l’health, la sicurezza e le scelte ambientali. Queste competenze, secondo Fidentis, saranno molto utili a Ricci per affrontare al meglio il suo nuovo incarico in Eni. 

Approccio prudente sulle azioni Eni anche da parte degli analisti di Intesa Sanpaolo. Per gli esperti della banca italiana, infatti, le azioni Eni sono da mantenere (rating hold) con target price a 8,5 euro, quindi sotto le valutazioni di inizio gennaio 2021.

La raccomandazione hold è stata confermata dopo la notizia del rinvio delle dismissioni di asset in Austarlia. 

Valore azioni Eni a metà dicembre 2020 e prospettive

I numeri parlano chiaro: ad inizio ottobre il valore delle azioni Eni registrava un calo del 50,61 per cento rispetto ad inizio anno. Nel successivo mese e mezzo, però, la flessione si è ridotta tanto che, a metà dicembre, la performance di Eni su base annua è negativa del 36 per cento.

Il fatto che il trend sia cambiato è evidente dai dati aggiornati al 15 dicembre sulle performance a 6 mesi a a un anno. Rispetto ad un mese fa, infatti, il valore delle azioni Eni è salito del 14 per cento mentre, rispetto a 6 mesi fa, la performance è ora positiva dell’1,15 per cento. 

Considerando il prestigio delle azioni Eni e dinanzi al ribasso rispetto ai valori di un anno fa, un pensierino ad investire sul titolo Eni a questi prezzi è più che naturale. Tra l’altro per speculare senza comprare azioni è possibile operare anche attraverso il CFD Trading. E’ sufficiente scegliere un broker autorizzato come ad esempio eToro.

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Come si può vedere dal grafico in basso, il titolo Eni ad inizio 2020 scambiava ad oltre 14 euro mentre oggi la quotata si muove in area 8,68 euro contro, sopra i 6,7 euro di ottobre. Anche nella fase più buia dell’autunno, le quotazioni di Eni sono sempre rimaste leggermente sopra i minimi che furono raggiunto a metà marzo. 

In generale, i motivi alla base della pessima performance di Eni nel corso del 2020 sono essenzialmente due e sono connessi tra di loro. Da un lato ci sono coronavirus e lockdown mentre dall’altro c’è il crollo della quotazione petrolio. Il prezzo del greggio, infatti, ha registrato una pesante correzione proprio in primavera a causa della guerra dei prezzi tra Russia e Arabia Saudita a sua volta fomentata dal crollo della domanda globale di greggio.

Questa la situazione di partenza con Eni si ritrova a fare i conti. Dal punto di vista grafico, il titolo, dopo il grade crollo di marzo, ha trovato la strada del recupero salendo all’inizio del mese di aprire a poco oltre i 10 euro. Il tentativo di lasciarsi alle spalle il peggio, però, è fallito. Come dimostra l’andamento del periodo compreso tra fine settembre e inizio ottobre, infatti, Eni si è riportata ad un passo dei minimi raggiunti lo scorso 16 marzo (la fase più acuta del sell-off sul settore petrolifero) a 6,26 euro.

Comprare azioni Eni con la strategia controtrend: come funziona

Per operare sulle azioni Eni si può adottare una strategia controtrend. Prima di scendere nel dettaglio, consiglio di fare pratica con un conto demo trading per evitare di mettere a rischio soldi veri a causa di un errore tecnico. Ad esempio puoi usare la demo Plus500.

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Una strategia contro-trend sulle azioni Eni oggi è supportata da due elementi: gli indicatori di ipervenduto e la vicinanza a quota 6,25 euro, valore minimo raggiunto delle quotazioni del Cane a Sei Zampe in primavera. Proprio il fatto che i minimi siano ad un passo potrebbe spingere tanti compratori a tornare in modo massiccio sul titolo. Ovviamente è sempre bene non scoprirsi troppo e quindi impostare uno stop loss logico per evitare di mettere a rischio il proprio capitale. 

Dal punto di vista tecnico è Filippo Ramigni su Investing.com a spiegare quello che potrebbe avvenire. 

Secondo l’esperto la formazione di un doppio minimo e la fase di ipervenduto prospettano un recupero dei prezzi in un primo momento per chiudere il gap a 7,38 euro e, in una fase successiva, verso l’obiettivo di medio periodo che è collocato a quota 8,40 euro.

Nel caso di prevalenza dello scenario ribassista, invece, sono da tenere d’occhio chiusure settimanali sotto quota 6,30 euro che andrebbero a consolisare ulteriormente la fase di debolezza, determinando il crollo delle azioni Eni su livelli non esplorati. In questo caso un punto di riferimento potrebbe essere quota 5,50 euro.

Una cosa è certa e infatti l’analista la mette giustamente in evidenza: nonostante il rally della quotazione petrolio e la decisione del management del Cane a Sei Zampe di staccare il dividendo Eni 2021 8sull’esercizio 2020), il titolo continua ad essere penalizzato dal mercato. 

Ricordo che in caso di prevalenza dello scenario ribassista, puoi comunque trarre profitto operando con lo short trading. Impara ad aprire posizioni short attraverso i CFD usando il conto demo eToro. 

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