Nel giorno del rimbalzo del Ftse Mib (il primo di una certa consistenza da quando ha avuto inizio la guerra in Russia) a spiccare è il forte rialzo del titolo Unicredit. La banca guidata da Orcel a metà mattina registra una progressione del 9,07 per cento a quota 9,8 euro per azione. Grazie a questo balzo in avanti, Unicredit non solo è tra i migliori titoli del Ftse Mib ma riesce anche a recuperare una parte del passivo accumulato nelle ultime settimane.

Il rimbalzo in atto oggi, per quanto importante, non introduce significative mutazioni alla performance della quotata su base mensile. Rispetto ad un mese fa, infatti, il prezzo delle azioni Unicredit (grafico giù) è più basso del 35 per cento. A causa del violento crollo causato dalla crisi geopolitica, Unicredit ha anche assottigliato tantissimo la performance positiva su base annua che attualmente è pari ad un modesto +4,7 per cento.

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Per avere un’idea del crollo che il titolo ha registrato dallo scoppio della guerra in Ucraina è sufficiente considerare pochi dati: mercoledì 23 febbraio (giorni precedente all’inizio dell’invasione), il titolo scambiava a 14 euro mentre lunedì scorso (ultima seduta caratterizzata da un violento panic selling) il prezzo era pari a 8,49 euro. 

Tutti questi numeri e queste variazioni percentuali inducono a prendere in considerazione la possibilità di, approfittare dei prezzi bassi, per comprare a sconto. Teoricamente non ci sarebbe nulla di male. La strategia che consiste nel comprare azioni quando gli altri vendono in massa, è una delle basi del trading online. Tra l’altro oggi è possibile anche tradare azioni senza pagare commissioni grazie al broker eToro che offre anche la possibilità di iniziare ad operare a partire da un deposito minimo iniziale di soli 50 euro. 

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Praticamente, però, prima di comprare azioni Unicredit a sconto è consigliabile verificare la presenza di elementi catalizzatori che potrebbero spingere in rialzo i prezzi e quindi consentire il recupero rispetto ai valori attuali. Analizzare questo aspetto, con i tempi che corrono, significa fare il punto sull’esposizione della banca in Russia. Proprio questo tema è stato al centro di un report redatto dallo stesso management della quotata. 

Unicredit esposizione in Russia: a quanto ammonta?

Quale è l’ammontare dell’esposizione di Unicredit in Russia? Stando a quanto comunicato da Piazza Gae Aulenti, UniCredit Bank Russia vantava un’esposizione creditoria autofinanziata pari a 7,8 miliardi di euro a fine 2021, un RWA pari a 9,4 miliardi di euro e un patrimonio netto di 2,5 miliardi di euro.  Al netto delle coperture sui cambi, l’esposizione diretta a Unicredit Bank Russia è pari a circa 1,9 miliardi di euro. Viceversa l’esposizione cross border nei confronti della clientela russa ammonta a circa 4,5 miliardi di euro al netto delle “garanzie di circa 1 miliardo di euro da parte di Export Agencies pubbliche non russe, e rappresenta circa 3 miliardi di euro di RWA“.

L’esposizione riguarda le più importanti multinazionali russe ed è soprattutto in valute come Euro e Dollaro. In merito a tale capitolo, la banca ha precisato che comunque “le controparti impattate dalle sanzioni rappresentano meno del 5% della espozione cross border complessiva“.

Sempre Piazza Gae Aulenti ha anche comunicato che l’esposizione mark-to-market in derivati verso le banche russe ammonta a circa 300 milioni di euro, al netto del collaterale. Nel caso in cui il valore del Rublo dovesse crollare a zero, la massima perdita potenziale che ne deriverebbe sarebbe pari a 1 miliardo di euro. 

Se l’intera esposizione non dovesse essere recuperata e dovesse venire azzerata, gli effetti sul CET1 ratio di Unicredit a fine 2021 (pari al 15,03 per cento) sarebbero pari a circa 200 punti base. Grazie ad una solida posizione di capitale, la banca sarebbe comunque in grado di assorbire l’impatto senza una discesa dei coefficienti sotto al 13 per cento. Questo sarebbe lo scenario peggiore in assoluto che, tuttavia, non è considerato, allo stato attuale dei fatti, come quello base. In altre parole, Unicredit non si attende la prospettiva in assoluto peggiore (ma sempre gestibile) dalla crisi in Russia.  

Quanto abbiamo fin qui evidenziato, induce ad ipotizzare che, anche da un punto di vista pratico, l’idea di scambiare azioni Unicredit a sconto sia fondata. Ricordiamo che questa strategia può essere esguita anche attraverso i CFD. Scegliendo un broker autorizzato come ad esempio Plus500 (leggi qui la recensione completa) è possibile avere la demo gratuita per imparare a fare trading senza il rischio di perdere soldi reali. 

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Dividendo Unicredit 2022 confermato: ottima notizia per gli azionisti!

Il segnale più evidente che Unicredit non tema grandi contraccolpi dall’esposizione in Russia, arriva dalla conferma del dividendo 2022 (relativo all’esercizio 2021). La banca ha infatti ribadito sia l’ammontare della cedola (1,2 miliardi di euro) che la sua natura (cash) mantenendo un CET1 ratio superiore al 13 per cento anche nello scenario peggiore.

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Confermato anche il piano di buyback fino a massimi 2,58 miliardi di euro a condizione però che il CET1 proforma di fine anno 2021 resti superiore al 13 per cento. 

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