loghi di MPS e Mediobanca con puzzle e grafico al rialzo
Azioni MPS e Mediobanca - BorsaInside.com

Subito in cattedra le azioni Monte dei Paschi e Mediobanca. Le due quotate, dopo circa mezzora dall’apertura delle contrattazioni, stanno guidando il Ftse Mib con un rialzo del 4,8 per cento e del 4,6 per cento. Praticamente i due titoli sono appaiati con Banco BPM che segue tenendosi comunque a debita distanza (+2 per cento a 12,2 per cento la progressione di Piazza Meda). Tenendo conto che ieri si è concluso nel modo migliore possibile il periodo ufficiale per aderire all’OPAS di MPS su Piazzetta Cuccia, è palese che le due quotate coinvolte nell’operazione stiano guidando il paniere di riferimento forti proprio dal successo dell’offerta (e per effetto anche delle prospettive che ora si andranno ad aprire) mentre Banco BPM trae supporto dal classico effetto domino.

Da quanto detto ne consegue che per capire ciò che sta avvenendo in borsa è necessario andare a guardare proprio ai risultati dell’OPAS.

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Come è andata l’OPAS di Monte dei Paschi su Mediobanca

Oltre ogni più rosea previsione verrebbe da dire a getto. Ma vediamo nel dettaglio.

Al termine del periodo di adesione, conclusosi ieri 8 settembre, l’istituto senese ha raccolto adesioni pari al 62,29 per cento del capitale della banca di Piazzetta Cuccia, ben oltre la soglia del 50 per cento necessaria per garantirsi il controllo e ovviamente sopra la soglia minima del 35 per cento richiesta per la riuscita dell’operazione (già da giorni varcata).

Dal 15 settembre, data in cui scatterà il pagamento del corrispettivo, Mediobanca diventerà a tutti gli effetti una controllata di MPS.

Con 506,6 milioni di azioni conferite all’offerta, Monte dei Paschi non solo ha conquistato la maggioranza assoluta di Piazzetta Cuccia, ma si è messa nelle condizioni di rafforzare ulteriormente la propria presa. Il calendario dell’operazione ora prevede che dal 16 al 22 settembre, si sarà la riapertura dei termini per aderire all’OPAS. Visto che i giochi sono fatti è molto probabile che in quella finestra, il numero di adesioni possa crescere ancora di più. Senza girarci attorno, se Siena dovesse arrivare anche all’obiettivo del 66,7 per cento delle azioni Mediobanca portate in adesione, allora potrebbe procedere subito con la fusione immediata di Piazzetta Cuccia. A quel punto le azioni Mediobanca verrebbero delistate da Piazza Affari mettendo fine alla lunga storia della presenza in borsa del salotto buono della finanza italiana.

Per l’amministratore delegato di MPS Luigi Lovaglio, la fusione sarebbe un passaggio cruciale poichè gli permetterebbe non solo di integrare più velocemente le due realtà, ma anche di sfruttare appieno le sinergie stimate in 700 milioni di euro e di capitalizzare 2,9 miliardi di crediti fiscali nell’arco di sei anni. Una prospettiva che darebbe nuovo slancio a MPS, reduce da anni complessi e da una lunga stagione di ristrutturazioni e ora proiettato a diventare uno dei top players del sistema bancario italiano.

Cosa succederà adesso? Le prossime tappe

Il percorso che potrebbe portare alla fusione tra MPS e Mediobanca (e alla revoca delle azioni di quest’ultima da Piazza Affari) non è lungo ma è particolarmente serrato. Entro il 12 settembre prossimo, la banca toscana pubblicherà i risultati definitivi dell’offerta, ufficializzando i numeri raggiunti. Tre giorni dopo arriverà il pagamento per gli azionisti che hanno aderito: 2,533 azioni MPS più 0,9 euro in contanti per ciascun titolo Mediobanca. Come già anticipato, poi, dal 16 settembre scatterà la riapertura dei termini dell’offerta, che resteranno aperti per cinque giornate di borsa.

Ancora il 18 settembre sarà un’altra data chiave ma questa volta con la banca acquisita sotto ai riflettori. E’ infatti previsto il consiglio di amministrazione di Mediobanca che sarà chiamato all’approvazione del bilancio e alla convocazione della successiva assemblea degli azionisti. Tutte le indiscrezioni lasciano intendere che in quella circostanza il board guidato da Alberto Nagel non solo prenderà atto del cambio di controllo ma soprattutto si dimetterà in blocco. Non è necessario aver seguito la vicenda giorno per giorno per immaginare che proprio Nagel e il suo staff sono i grandi sconfitti dell’operazione. Fino all’ultimo, infatti, il CdA di Mediobanca aveva provato ad osteggiare l’OPAS di MPS anche quando Siena aveva rilanciato introducendo una parte cash nella sua proposta. E’ palese che la strategia di Nagel non abbia pagato.

Tornando a quello che succederà nelle prossime settimane, il 22 settembre si chiuderà la riapertura dei termini. A quel punto da Siena arriverà un primo comunicato con tutti i risultati provvisori che saranno poi ufficializzati il 26 successivo. E’ in quel momento che sarà chiaro cosa succederà a Mediobanca. Ad ogni modo, calendario alla mano, l’epilogo formale si avrà il 28 ottobre, quando l’assemblea di Mediobanca potrebbe nominare un nuovo consiglio di amministrazione che comunque sarebbe sotto l’influenza diretta della nuova proprietà senese.

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Il successo dell’OPAS di MPS cambierà per sempre Mediobanca

L’operazione condotta da Monte dei Paschi su Mediobanca non è solo uno dei tasselli più importanti del risiko bancario ma rappresenta anche un cambiamento di paradigma per Piazzetta Cuccia. Da sempre, infatti, Mediobanca ha incarnato il cuore della finanza d’affari italiana, con un ruolo di primo piano nelle grandi partite societarie e nei salotti buoni del capitalismo. L’arrivo di MPS, una banca puramente commerciale con una forte radice territoriale, rappresenta un innesto che andrà a mutare lo stesso equilibrio su sui si è retta Piazzetta Cuccia nell’arco di tutta la sua storia.

Per Nagel e il suo staff questa evoluzione era da evitare ad ogni costo perchè controproducente per la stessa Mediobanca. Per il mercato, però, il progetto di integrazione ha trovato credibilità. Gli azionisti di Piazzetta Cuccia hanno premiato la prospettiva di una banca più grande, capace di unire la solidità di una rete commerciale diffusa a competenze di investimento specialistiche. Non a caso, la quota del 62,29 per cento è stata raggiunta grazie a una forte accelerazione nell’ultima giornata di adesioni, segno che la fiducia nell’operazione è maturata proprio in extremis.

Evidentemente in tanti si sono resi conti che la denominazione di salotto buono era oramai superata nel nuovo contesto bancario globale.

Anche le azioni Generali sono da monitorare

Fin ad ora abbiamo fatto riferimento alle azioni MPS, a quelle di Mediobanca e (sia pure in riferimento all’effetto domino a quelle di Banco BPM). In realtà c’è un altro titolo che potrebbe essere direttamente coinvolto in quello che accadrà adesso a seguito della riuscita dell’OPAS si MPS su Mediobanca: Generali Assicurazioni. Piazzetta Cuccia, infatti, è storico azionista di riferimento del colosso assicurativo friulano. Con il passaggio di Mediobanca sotto l’ombrello del Monte, anche la compagnia assicurativa triestina entrerà indirettamente nell’orbita della banca senese.

È un cambio di scenario che potrebbe aprire nuovi dossier sulla governance di Generali e, più in generale, sugli equilibri tra i grandi gruppi finanziari italiani.

Per ora il titolo Generali resta alla finestra con un rialzo dello 0,36 per cento a 33,08 euro ma la situazione è molto dinamica ed è più che logico pensare a movimenti sul titolo man mano che diventerà chiaro cosa succederà a Mediobanca.

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