La ripartenza del prezzo del petrolio è in pieno svolgimento. A dirlo sono i dati in tempo reale sull’andamento delle quotazioni. Mentre è in corso la redazione del post, infatti, il petrolio WTI registra un rialzo dello 0,35 per cento a quota 72,3 dollari al barile mentre il petrolio Brent è in aumento dello 0,7 per cento a quota 81,7 dollari al barile. Il rialzo della quotazione petrolio è sostenuto da una serie di concause che hanno indirettamente ridato slancio alle previsioni più ottimistiche sull’andamento del prezzo del greggio finite, da alcune settimane, nel cassetto. La notizia dell’aumento del prezzo del petrolio era, sotto un certo punto di vista, inattesa. Molti investitori, infatti, erano convinti che la quotazione dell’oro nero avrebbe avuto una accellerazione verso il basso a seguito del pressing avviato dal presidente degli Stati Uniti Trump su paesi OPEC e Russia per provare ad ottenere un incremento dell’attività estrattiva anche andasse a compensare il calo dell’export di greggio da parte di Iran (sotto sanzioni) e Venezuela (alle prese con una crisi economica senza uscita). La sorpresa per gli investitori e i trader si è avuta quando Mosca e Riad hanno fatto muro contro le richieste di Trump. In pratica le pressioni di Trump non sono servite a nulla se non a una timida apertura da parte russa alla creazione di un tavolo di monitoraggio sull’andamento di prezzi e livelli produttivi.

L’Arabia Saudita, per bocca del ministro Khalid Al Falih è apparsa molto intransigente sul pressing Usa. Il diplomatico di Riad ha affermato che “il mercato è ben rifornito e abbiamo un piano che consiste nel soddisfare la domanda attuale. Non aumentiamo però l’offerta, dal momento che i nostri clienti stanno già ricevendo tutti i barili richiesti. Abbiamo visto però che la domanda sarà più alta a ottobre. Se dovesse toccare i 10.9 mbg, potete star sicuri che la soddisferemo. Al momento però è di 10.5 – 10.6 mbg“. In poche parole da parte dell’Arabia saudita c’è quindi un muro ad ogni ipotesi di aumento della produzione almeno nel breve termine.

In questa situazione il prezzo del petrolio non potrà che trovare ulteriori spunti per un rialzo. E’ proprio per questo motivo che su Borsa Italiana oggi le azioni legale alle quotazioni del greggio segnano apprezzamenti anche significativi. Sul Ftse Mib tre sono i titoli legati alle oscillazioni del petrolio: Saipem, Eni e Tenaris. Il prezzo delle azioni Saipem oggi è in rialzo del 4,1 per cento a quota 5,1 euro, livello più alto dall’inizio dell’anno. La quotazione Tenaris, sempre grazie alla positiva dinamica del petrolio, segna un aumento del 4,4 per cento a 14,6 euro e il prezzo delle azioni Eni è in aumento dell’1,7 per cento a quota 16,43 euro. Comprare azioni Eni, Saipem e Tenaris oggi approfittando dell’andamento positivo del prezzo del petrolio, è una buona idea per fare trading. Logicamente il trend rialzista del petrolio proseguirà se la situazione generale ora in atto dovesse proseguire. Le variabili attuali del mercato del greggio sono le seguenti: mantenimento degli attuali livelli produttivi, industria petrolifera del Venezuela al collasso e forte calo delle forniture dall’Iran a causa delle nuove sanzioni. Ovviamente, prima di esporsi, è sempre bene aggiornarsi anche sull’analisi tecnica sul prezzo del petrolio per la settimana 24 – 28 settembre

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