Il valore del petrolio è pronto a salire. A suggerire tale previsione è l’esito del vertice OPEC+ che si è chiuso ieri dopo una serie di giornate in cui è sembrato davvero che la rottura potesse essere il solo scenario possibile. E invece, quando tutto sembrava essere perso, è arrivata la notizia del compromesso sui tagli alla produzione. 

Offerta sotto controllo significa strada aperta per un apprezzamento dei valori e infatti non è un caso se già oggi le quotazioni del greggio sono in rialzo. Mentre è in corso la scrittura del post, infatti, il prezzo del petrolio in versione WTI segna un apprezzamento dell’1,5 per cento a quota 46,3 dollari al barile mentre quello in versione Brent registra un rialzo dell’1,54 per cento a 49 dollari al barile. 

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Accordo OPEC+ cosa prevede

Per avere ben chiari i motivi per cui il valore del petrolio è visto al rialzo, è necessario analizzare cosa prevede il compromesso che i paesi OPEC+ sono riusciti a raggiungere dopo una trattativa serrata (il vertice ha avuto inizio addirittura il 30 novembre ma poi è stato rinviato di alcuni giorni a causa proprio del braccio di ferro tra le parti). 

L’intesa prevede che saranno aggiunti 500.000 barili al giorno di produzione di greggio a gennaio 2021 e impegna i vari membri a partecipare alle riunioni che ogni mese si terranno al fine di procedere con una valutazione della situazione.

Grazie all’accordo il quantitativo giornaliero di produzione potrebbe arrivare fino a 2 milioni di barili al giorno. Il condizionale non è pura formalità in quanto il compromesso che è stato raggiunto ha comunque riconoscoiuto la possibilità che i ministri possano decidere di tagliare nuovamente la produzione nel caso in cui la situazione lo rendesse necessario.

A contio fatti, comunque, il compromesso prevede che i tagli all’estrazione di greggio vengano ridotto a 7,2 milioni di barili al giorno dagli attuali 7,7 milioni di barili. La flessione dei tagli è del 7 per cento. Una limatura tollerabile che, come mostra l’andamento del valore del petrolio, gli investitori sembrano apprezzare. 

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Il rischio che dal vertice venisse fuori una spaccatura completa tra le parti è stato neutralizzato anche perchè i toni molto accessi tra i rappresentanti dell’Arabia Saudita e quelli degli Emirati Arabi Uniti avevano fatto temere il peggio. 

Secondo il vice primo ministro russo Alexander Novak, la scelta di effettuare incontri ogni mese rappresenta una “buona decisione in quanto ci permette di fermarci, mettere in pausa e rivedere ciò che deve essere fatto per non danneggiare il mercato“. Commento positivo alla notizia del compromeso anche dal ministro saudita dell’energia Abdulaziz bin Salman secondo il quale adesso c’è finalmente “un accordo che ci consente di cambiare direzione. Dobbiamo affrontare l’incertezza, in fondo è per questo che le banche centrali si incontrano ogni mese“.

Come investire sul petrolio dopo l’accordo OPEC+?

Adesso che la spaccatura inter-araba è stata evitata e che si è giunti ad un compromesso che consente di guardare con maggiore serenità perlomeno al medio termine, è logico chiedersi come investire sulla quotazione del greggio. Un apprezzamento è scontato. Come dichiarato da Pietro Paciello, CEO e Chief Analyst della Pro Markets Sagl, Asset Management Company, in una intervista a TrendOnLine, il nuovo massimo recente in area 46 dollari suggerisce la possibilità che il valore del petrolio possa salire abbondantemente sopra i 50 dollari al barile.

Attenzione però a rischi insidie poichè eventuali discese delle quotazioni sotto quota 44-43,5 dollari, potrebbero anche mettere in moto una spirale ribassista che porterebbe il valore del greggio fino a 40 dollari al barile.

Tale movimento non sarebbe comunque un problema per chi opera sui mercati. Attraverso il CFD Trading, infatti, puoi sfruttare eventuali ribassi operando attraverso le posizioni short. Per imparare a fare short trading (qui la guida completa) è consigliabile fare pratica con la demo che broker autorizzati come ad esempio IG (leggi qui la recensione) ti offrono gratuitamente. IG ti mette a disposizione 30 mila euro virtuali per fare pratica. 

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Secondo Stephen Innes, capo stratega del mercato di Axi, gli incontri che si terranno tra i memrbi dell’OPEC+ ogni mese potrebbero portare un pò di volatilità sul mercato ma soprattutto potrebbero rendere più difficile la copertura per i produttori di greggio degli Usa. 

Per l’esperto i paesi dell’OPEC+ sono stati in grado di raggiungere il compromesso finale ma, al tempo stesso, non va dimenticato che il cartello non è stato in grado di stabilire “una politica per i restanti 11 mesi dell’anno”. Sotto questo punto di vista l’esito del vertice OPEC+ ha deluso le attese che puntavano sulla conferma dei tagli alal produzione in essere almeno fino alla fine del mese di marzo. Ad ogni modo, ha concluso Innes, sicuramente il compromesso che è stato trovato rappresenta “un miglioramento rispetto alle precedenti richieste all’interno dell’organizzazione di aumentare la produzione di 2 milioni di bpd“.

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