grafico di forex e barili petrolio
C'è divergenza tra le previsioni sulla domanda di petrolio dell'IEA e quelle dell'OPEC - BorsaInside

Il prezzo del petrolio ha aperto la settimana in ribasso. In particolare il WTI americano con consegna a luglio è attestato in area 78,09 dollari al barile mentre il valore del Brent con consegna a luglio è poso sopra gli 82 dollari al barile. Come si può vedere dal grafico in basso, sia un un caso che nell’altro c’è una flessione di circa mezzo punto percentuale rispetto alla sessione precedente.

L’andamento tenuto dal greggio nella prima di Ottava rifletto quello che è stato il recente trend dell’oro nero. Il petrolio, infatti, dopo essere scivolato ad un passo dai 72 dollari, ha implementato un ribalzo che si è però arrestato nel momento in cui le quotazioni si sono avvicinate all’area degli 80 dollari. Il mancato aggancio di questo livello ha quindi portato i prezzi sui valori attuali.

Intanto a tenere banco sono le recenti stime di IEA e Opec sulla produzione di petrolio. Si tratta di indicazioni molto utili per tenere sempre aggiornate le previsioni petrolio.

Previsioni petrolio secondo IEA e Opec

Nel report di giugno, l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) ha confermato che la domanda media di petrolio per il 2024 è stimata a 103,2 milioni di barili giornalieri. Questa previsione è accompagnata da una revisione al rialzo della domanda per il 2023 di circa 0,1 milioni di barili al giorno, portando la crescita della domanda mondiale di petrolio per quest’anno a 960.000 barili al giorno. Allo stesso tempo, però, l’IEA ha rivisto leggermente al ribasso le previsioni di crescita della domanda mondiale di petrolio per il 2024, riducendola di 100.000 barili giornalieri rispetto alle stime precedenti.

Nel report di medio termine pubblicato di recente, la IEA prevede un significativo surplus di offerta entro il 2030. L’agenzia proietta che la domanda globale di petrolio raggiungerà un picco di circa 106 milioni di barili giornalieri entro il 2029, per poi diminuire a partire dal 2030. In contrasto, l’offerta di petrolio è prevista crescere fino a circa 114 milioni di barili al giorno, portando a un surplus di oltre 8 milioni di barili giornalieri.

Queste le previsioni di medio termine dell’Agenzia Internazionale dell’Energia. Questo quadro, hanno però ammesso gli esperti, potrebbe essere messo a dura prova da almeno due diversi fattori di rischio:

  • L’andamento della crescita economica: come esperienza passata insegna, le stime di crescita economica globale possono influenzare significativamente la domanda di petrolio.
  • Ldozione dei veicoli elettrici: il ritmo di adozione dei veicoli elettrici potrebbe ridurre la domanda di petrolio più rapidamente del previsto.

In parallelo, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) ha pubblicato il suo Monthly Oil Market Report (MOMR) di giugno all’inizio della settimana, confermando una previsione di crescita della domanda di petrolio di 2,2 milioni di barili al giorno per il 2024. Questo porterebbe la domanda totale a 104,5 milioni di barili giornalieri.

Gli analisti di Equita hanno commentato gli ultimi aggiornamenti sulla produzione di petrolio resi noti dall’IEA e dall’OPEC evidenziando come sia presente una certa diversità tra i due della domanda di greggio di breve termine.

Per la sim milanese, il greggio a fine 2024 dovrebbe essere attestato in area 80 dollari al barile, valore in linea con quelli che sono i prezzi attuali. Si tratta di una previsione coerente con una crescita economica normale per l’anno in corso. Fattori catalizzatori dovrebbero essere l’aumento dell’offerta e la conferma dei tagli OPEC+.

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Quali azioni petrolifere comprare con aggiornamento IEA-OPEC?

L’aggiornamento sui volumi di domanda di greggio operato dall’IEA e dall’OPEC non impatta sull’elenco dei titoli petroliferi raccomandati da Equita. Il principio resta sempre lo stesso con la sim milanese che, a causa dell’attuale fase del mercato, preferisce le quotate che offrono soluzioni integrate di servizi a quelle petrolifere pure. In questo contesto, il titolo del Ftse Mib più apprezzato da Equita è Eni mentre, per quello che riguarda i panieri secondari, Maire Tecnimont e d’Amico international shipping sono le due quotate più interessanti.

Proprio le azioni Eni presentano un quadro tecnico ad alto appeal. Dopo aver raggiunto un minimo relativo, c’è stata una inversione al rialzo con successiva ulteriore correzione. A metà 2023 il titolo raggiunse minimi in area 12,5 euro per poi riprendere slancio. In questo contesto tutta una serie di livelli massimi sono stati raggiunti. Senza andare troppo a ritroso, l’ultimo top toccato è a quota 15,76 euro. Dopo aver toccato questo livello, però, le quotazioni del Cane a Sei Zampe hanno ritracciato con i prezzi che sono scesi fino agli attuali 13,5 euro.

Per effetto dell’ultima correzione, la prestazione di Eni su base mensile è ora pari ad un rosso dell’8 per cento mentre la performance annua, pur restando in verde, evidenzia uno striminzito +4 per cento.

Vista la situazione attuale, solo se i livelli si dovessero portare sopra i 14,88 euro, si potrebbe aprire la strada del rialzo. In tal caso un primo supporto sarebbe a quota 14,21 euro e una prima resistenza a circa 16 euro.

La situazione dal punto di vista tecnico è stimolante. Chi volesse comprare azioni Eni in ottica investimento o in ottica speculativa, può operare sia con banche come Fineco che con broker come Dukascopy.

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