Gli analisti di Moody’s hanno adeguato il rating assegnato a molte società italiane al nuovo giudizio sull’Italia. A seguito del taglio della raccomandazione sull’Italia, infatti, gli esperti hanno rivisto al ribasso i rating assegnati a Unicredit, Poste Italiane, Terna, Unipol e UnipolSAI. Un vero e proprio bagno di sangue, quindi, che non ha riguardato solo i rating di banche e società partecipate dal Tesoro ma si è spinto anche agli enti locali, compresi molti comuni che da sempre sono sotto monitoraggio della stessa Moody’s.
Il taglio di rating su molte società di Borsa Italiana era atteso nel senso che, da sempre, dopo la riduzione della raccomandazione sul rating sovrano dell’Italia, avviene anche un downgrade che riguarda molto titoli del Ftse Mib e non solo.
Il punto di partenza per inquadrare quello che è avvenuto al rating di molte società è la decisione sul rating dell’Italia. Come noto, lo scorso venerdì gli esperti di Moody’s hanno tagliato il rating dell’Italia da “Baa2” a “Baa3”. Si tratta dell’ultimo notch (ossia livello) prima della categoria “junk” ossia spazzatura. Contemporaneamente l’outlook sull’Italia è stato fissato a “stabile“.
Conseguentemente a tele decisione, Moody’s ridotto di un livello il rating sul debito a lungo termine di Terna, portandolo da “Baa1” a Baa2” con outlook stabile. La stessa agenzia ha quindi ridotto di un livello il rating sulla solidità patrimoniale di Poste Italiane, portandolo da “Baa2” a Baa3” e alzato l’outlook sulla stessa Poste Italiane da negativo a stabile. Gli analisti sono poi intervenuti anche su Unicredit il cui rating sulla solidità patrimoniale di Unicredit è stato fissato a “Baa1”. Il giudizio di Moody’s ha confermato Unicredit tra gli emittenti non speculativi. Giù di un livello, invece, il rating sul debito a lungo termine di UnipolSAI e di Unipol che è stato portato rispettivamente a “Baa3” e a “Ba2” proprio in conseguenza all’analoga decisione presa sul rating sovrano dell’Italia. Le prospettive sul rating delle due compagnie assicurative per i prossimi trimestri sono “Stabili”. Downgrade ci sono stati anche fuori dal Ftse Mib. Sempre la stessa Moody’s ha infatti tagliato di un livello il rating sulla solidità patrimoniale del Credem, portandolo da “Baa1” a “Baa2”. Nel caso di Credem, comunque, Moody’s ha migliorato le prospettive sul rating per i prossimi trimestri, portandole da “Negative” a “Stabili”.
Non solo società di Borsa Italiana nel mirino di Moody’s. Gli analisti hanno infatti rivisto al ribasso anche “il rating di 20 enti sub-sovrani italiani“, tra regioni, città ed enti locali, “cambiando l’outlook a stabile”. A rendere noto l’avvenuto downgrade, adeguamento al taglio della raccomandazione dell’Italia, è stata la divisione Public Sector Europe di Moody’s.
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