Mutano di nuovo gli scenari sui mercati mondiali. Questa notta la Banca Centrale Europea, dopo le controproducenti prese di posizione della Lagarde dello scorso giovedì, ha fatto irruzione sulla scena annuncianto un Quantitative Easing da 750 miliardi che sarà in vigore per tutto il 2020. Il maxi piano di acquisto di titoli di stato dei paesi europei è stato denominato dalla stessa banca centrale Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP). E’ la stessa denominazione a far capire che l’intera operazione è finalizzata a sostenere, dal punto di vista finanziario, l’azione degli stati europei impegnati nella gestione dell’emergenza coronavirus.
Nel comunicato della BCE si afferma che l’obiettivo del piano è quello di cercare di contrastare i rischi per il che il meccanismo di trasmissione della politica monetaria corre a causa dell’epidemia Covid19. Il piano, come evidenziato dall’EuroTower, punta anche a stabilizzare le prospettive per l’area dell’Euro rese incerte dall’emergenza sanitaria e dalle ricadute sull’economia reale.
A margine della presentazione del piano, la presidente della BCE Lagarde ha detto molto chiaramente che “non ci sarà alcun limite pur di salvare l’Euro“.
Per conoscere più da vicino i contenuti del nuovo quantitative easing della BCE, può essere utile la lettura di questo post di approfondimento: Cos’è il PEEP della BCE e cosa potrebbe accadere ora
Quantitative Easing Pandemico BCE: effetti sui mercati oggi
L’ufficializzazione del maxi piano di acquisto di titoli di stato dei paesi dell’area Euro ha scatenato l’euforia sui mercati. Partiamo dai titoli di stato. Lo spread Btp Bund, ieri ad oltre 300 punti base, è crollato di ben 100 punti nel giro di pochissimi minuti. Il crollo non è stato momentaneo suggerendo invece l’attivazione di un trend migliore rispetto a quello dei giorni scorsi. In avvio di giornata il differenziale di rendimento tra BTP e Bund è precipitato fino a 170 punti base.
Ovviamente a picco il rendimento del BTP a 10 anni (titolo di riferimento) che rispetto a ieri ha registrato un crollo del 45 per cento scendendo all’1,4 per centoi. Il forte calo dei rendimenti rappresenta un sospiro di sollievo per l’economia italiana e per quella europea.
Il crollo dello spread Btp Bund ha ovviamente messo le ali ai titoli del settore bancario. Borsa Italiana oggi 19 marzo ha aperto la seduta in modo spumeggiante con il Ftse Mib avanti del 2,77 per cento. Dopo circa mezzora dall’avvio delle contrattazioni sul paniere di riferimento di piazza affari non c’è un solo titolo in ribasso.
Nella lista delle azioni migliori ci sono Telecom Italia, Atlantia e Banco BPM. In particolare le azioni dell’ex monopolista segnano un apprezzamento del 10,77 per cento a quota 0,39 euro (pronto l’attacco agli 0,4 euro). Molto significativo anche il rialzo di Banco BPM visto e considerato che questo titolo era stato molto sotto pressione nei giorni scorsi come si può leggere in questo articolo di analisi tecnica.
Banco BPM non è il solo bancario in rialzo. Forti acquisti interessano anche Unicredit, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e BPER Banca.
Il ritorno degli acquisti sul settore bancario è agevolato anche dallo stop alle vendite allo scoperto che è stato introdotto ieri e durerà per tre mesi.
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Quantitative Easing BCE basterà?
La reazione di euforia dei mercati alla notizia del maxi piano di acquisto di titoli di stato da parte della BCE era scontata. Adesso, come osservato da alcuni analisti, la sfida è capire se ci sarà o no una svolta rispetto al catastrofico trend dei giorni scorsi.
In altre parole l’intervento storico della Banca Centrale Europea basterà o no a placare il sell-off? Come messo in evidenza da Repubblica, è già in corso da giorni una discussione tra Francoforte e Bruxelles sull’eventule adozione dello scudo anti-spread OMT che fu varato nell’oramai 2012 nell’ambito del whatever it takes di Mario Draghi.
L’OMT, ad oggi mai usato, prevede la possibilità di comprare titoli di Stato in cambio di un programma di aggiustamento. Lo strumento, varato e riposto nel cassetto, non è mai stato usato ma ha sempre svolto in modo egregio il suo ruolo di assicurazione sui debiti di tutti.
Rispetto al 2012, però, la situazione è diversa. Tra gli addetti ai lavori c’è consapevolezza del fatto che le tante misure che sono state messe in campo potrebbero anche non bastare. Il fatto è che tutto il mondo sta precipitando in una crisi che è allo stesso tempo crisi di domanda e crisi di offerta. Nessuno ha dubbi sul fatto che nei prossimi mesi i governi saranno chiamati a mettere tanti soldi nelle tasche di imprese e famiglie. La BCE sarà capace di fare la sua parte?
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