I certificati Cash Collect (conosciuti anche come Phoenix certificates in alcuni mercati) rappresentano una delle tipologie più diffuse e apprezzate nel panorama dei certificati di investimento italiano. La loro popolarità è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, attraendo migliaia di investitori con la promessa di cedole periodiche interessanti e protezioni condizionate del capitale.

Ma siamo sicuri che i certificati Cash Collect siano davvero adatti a tutti? Sono così vantaggiosi come spesso vengono presentati, o esistono aspetti critici che meritano un’analisi approfondita prima di investire? Questo articolo si propone di fornire una visione equilibrata e completa di questi strumenti, evidenziandone sia i vantaggi che i rischi specifici.

Cosa sono i certificati Cash Collect e come funzionano

I certificati Cash Collect sono strumenti finanziari derivati emessi da un istituto bancario, progettati per pagare cedole periodiche (generalmente trimestrali, semestrali o annuali) durante la loro vita operativa, oltre al rimborso del valore nominale alla scadenza, a condizione che vengano rispettati determinati parametri legati all’andamento del sottostante.

Il meccanismo si basa su un concetto chiave: nelle date di osservazione prestabilite (ad esempio ogni trimestre), viene verificato se il prezzo del sottostante si trova sopra, sul o sotto un livello critico chiamato barriera. Se il sottostante è sopra o sul livello della barriera, l’investitore riceve la cedola prevista. Se invece è sotto la barriera, la cedola non viene pagata, ma non viene persa definitivamente.

Il meccanismo di memoria💰

La maggior parte dei certificati Cash Collect incorpora un effetto memoria (memory feature) particolarmente vantaggioso. Questo significa che le cedole non pagate in passato perché il sottostante era sotto la barriera possono essere recuperate nelle date di osservazione successive, se la condizione torna a essere soddisfatta.

Esempio pratico: immaginiamo un certificato Cash Collect con cedola trimestrale del 2% (8% annuo) e barriera al 60% del valore iniziale del sottostante.

  • 1° trimestre: il sottostante è sopra la barriera → cedola del 2% pagata
  • 2° trimestre: il sottostante è sotto la barriera → cedola NON pagata (ma memorizzata)
  • 3° trimestre: il sottostante è ancora sotto la barriera → cedola NON pagata (seconda cedola memorizzata)
  • 4° trimestre: il sottostante torna sopra la barriera → vengono pagate TUTTE e tre le cedole accumulate (2% + 2% + 2% + 2% corrente = 8%)

Questo meccanismo di memoria rende i Cash Collect più resilienti rispetto a certificati che perdono definitivamente le cedole non pagate, offrendo possibilità di recupero anche dopo periodi difficili.

Il rimborso a scadenza

Alla data di scadenza del certificato, il meccanismo di rimborso dipende dalla posizione del sottostante rispetto alla barriera:

  • Scenario 1 – Sottostante sopra o sulla barriera: ricevi il 100% del valore nominale investito più l’eventuale ultima cedola (e quelle memorizzate non ancora pagate). Il capitale viene quindi restituito integralmente.
  • Scenario 2 – Sottostante sotto la barriera: il rimborso avviene in modo proporzionale alla performance negativa del sottostante. Se hai investito 1.000 euro e il sottostante ha perso il 50% rispetto al valore iniziale, riceverai circa 500 euro (più eventuali cedole accumulate). In questo caso subisci una perdita di capitale proporzionale al ribasso del sottostante.

Alcuni Cash Collect più sofisticati prevedono anche meccanismi di rimborso anticipato (autocall): se in determinate date di verifica il sottostante supera un livello prestabilito (spesso il 100% del valore iniziale), il certificato viene rimborsato anticipatamente al valore nominale più tutte le cedole, liberando il capitale prima della scadenza naturale.

I vantaggi dei Certificati Cash Collect ✅

I certificati Cash Collect presentano alcuni vantaggi oggettivi che ne spiegano la diffusione crescente.

  • Cedole periodiche attraenti: il principale richiamo di questi certificati sono le cedole, che spesso offrono rendimenti apparentemente superiori a quelli di obbligazioni tradizionali con rating comparabile. In un contesto di tassi bassi (come quello che ha caratterizzato gli ultimi anni, anche se la situazione sta evolvendo nel 2025), le cedole del 6-10% annuo dei Cash Collect appaiono molto interessanti.
  • Effetto memoria: come spiegato, la possibilità di recuperare cedole non pagate rappresenta un vantaggio significativo rispetto a strutture che le perdono definitivamente. Questo rende i Cash Collect adatti anche a mercati con temporanee fasi di debolezza.
  • Protezione condizionata del capitale: finché il sottostante rimane sopra la barriera a scadenza, il capitale viene restituito integralmente. Questo offre una rete di sicurezza importante, specialmente se la barriera è posizionata significativamente sotto il livello iniziale (tipicamente 50-70% del valore iniziale).
  • Rendimenti in mercati laterali: i Cash Collect sono particolarmente efficaci in mercati che oscillano senza una direzione chiara, ma senza crolli drammatici. Anche se il sottostante rimane stabile o scende moderatamente, puoi comunque incassare cedole regolari e recuperare il capitale a scadenza.
  • Possibilità di rimborso anticipato: nei certificati con autocall, esiste la concreta possibilità di ottenere un rendimento soddisfacente e il rimborso del capitale prima della scadenza naturale, riducendo l’esposizione temporale al rischio.
  • Diversificazione del portafoglio: aggiungere Cash Collect al portafoglio introduce una componente che genera flussi di cassa periodici con caratteristiche diverse rispetto ad azioni o obbligazioni tradizionali.

I rischi e gli svantaggi dei Certificati Cash Collect ⚠️

Nonostante l’apparente attrattività, i certificati Cash Collect presentano rischi specifici e significativi che devono essere compresi appieno prima di investire.

Rischio di concentrazione sul sottostante singolo

Questo è forse l’aspetto più critico e sottovalutato. La maggior parte dei certificati Cash Collect è costruita su un singolo sottostante, tipicamente un’azione specifica. Questo concentra un elevato rischio specifico: il destino dell’intero investimento è legato alle vicende di una sola società.

Se quella società subisce problemi specifici (scandali gestionali, perdita di quote di mercato, cambiamenti tecnologici che rendono obsoleto il business model, crisi settoriali), il sottostante può crollare drammaticamente indipendentemente dall’andamento generale dei mercati. In questo scenario, non solo smetteresti di ricevere cedole, ma a scadenza potresti subire perdite molto significative sul capitale.

Confronto con le obbligazioni: quando investi in un’obbligazione societaria, diventi creditore della società e hai diritti specifici in caso di default. Con un Cash Collect costruito su un’azione, non hai alcun diritto azionario né obbligazionario sulla società sottostante, ma subisci comunque pienamente gli effetti di un suo crollo.

Doppio rischio emittente: oltre al rischio legato alla società sottostante, sei esposto anche al rischio di default della banca emittente del certificato. Se la banca fallisce, perdi il tuo investimento indipendentemente da come si è comportato il sottostante. Hai quindi una doppia esposizione: alla solidità della società sottostante e alla solidità della banca emittente.

Il rischio barriera

Le barriere dei Cash Collect sono tipicamente posizionate al 50-70% del valore iniziale del sottostante. A prima vista, una barriera al 60% può sembrare molto distante e sicura: “difficilmente un’azione solida perderà il 40% del suo valore”, si potrebbe pensare.

Tuttavia, la storia dei mercati finanziari dimostra che crolli del 40-60% su singole azioni non sono affatto rari, specialmente durante crisi finanziarie, recessioni economiche o problemi specifici di settore. Durante la crisi del 2008, molte azioni anche di società considerate solide hanno perso oltre il 50% del valore. Durante la crisi COVID del marzo 2020, numerose azioni hanno sperimentato crolli temporanei superiori al 50% in poche settimane.

Se il sottostante viola la barriera a scadenza, le conseguenze sono dirette e proporzionali: perdi una percentuale di capitale equivalente alla perdita del sottostante. Se il sottostante ha perso il 60%, perdi il 60% del capitale investito, indipendentemente dalle cedole incassate durante la vita del certificato (che potrebbero non compensare minimamente la perdita di capitale).

Cash Collect NON sono obbligazioni

Questo è un punto cruciale che merita particolare enfasi. I certificati Cash Collect non sono assimilabili a obbligazioni, nonostante alcuni intermediari finanziari possano (erroneamente o ingannevolmente) presentarli come tali, enfatizzando le cedole periodiche e minimizzando i rischi.

Le differenze fondamentali sono:

  • Natura giuridica: le obbligazioni sono titoli di credito che ti rendono creditore dell’emittente; i Cash Collect sono derivati il cui valore dipende dall’andamento di un sottostante terzo.
  • Protezione del capitale: nelle obbligazioni (a meno di default dell’emittente) il capitale viene sempre restituito a scadenza; nei Cash Collect il capitale è a rischio se il sottostante viola la barriera.
  • Rendimento: nelle obbligazioni le cedole sono garantite (salvo default); nei Cash Collect le cedole sono condizionate alla posizione del sottostante rispetto alla barriera.
  • Rischio: le obbligazioni hanno principalmente rischio di tasso e rischio emittente; i Cash Collect hanno rischio di mercato (legato al sottostante), rischio emittente (della banca che emette il certificato) e rischio di concentrazione.

Altri rischi importanti

  • Complessità della struttura: nonostante l’apparente semplicità, i Cash Collect sono strumenti derivati complessi con molteplici parametri (barriera, livello autocall, frequenza cedole, effetto memoria) che possono confondere investitori meno esperti.
  • Costi impliciti elevati: i Cash Collect incorporano costi di strutturazione significativi che riducono il rendimento effettivo rispetto a quanto apparentemente promesso. Questi costi sono nascosti nel prezzo di emissione e difficilmente quantificabili per l’investitore retail.
  • Liquidità limitata: sebbene quotati sul SeDeX, molti Cash Collect presentano liquidità scarsa sul mercato secondario. Se hai bisogno di vendere prima della scadenza, potresti dover accettare prezzi sfavorevoli con spread elevati.
  • Tassazione delle cedole: ogni cedola ricevuta viene tassata al 26% al momento del pagamento, riducendo il rendimento netto effettivo.
  • Nessun beneficio azionario: a differenza di un investimento diretto nell’azione sottostante, con un Cash Collect non hai diritti di voto, non benefici di eventuali aumenti di capitale a prezzo favorevole, fusioni vantaggiose o altri eventi corporate che potrebbero arricchire gli azionisti diretti.

A chi sono adatti (e a chi no) i Certificati Cash Collect? 👥

Dopo aver analizzato vantaggi e rischi, possiamo delineare con maggiore precisione il profilo dell’investitore per cui i Cash Collect possono essere appropriati.

I Cash Collect possono essere adatti a:

  • Investitori con profilo di rischio moderato-aggressivo che comprendono appieno la natura derivata dello strumento e i rischi specifici, specialmente quello legato al sottostante singolo. Chi cerca flussi di reddito periodici e ha un orizzonte di investimento di medio termine (3-5 anni) coerente con la scadenza del certificato.
  • Sono appropriati per chi ha una visione moderatamente positiva o neutra sul sottostante specifico e ritiene altamente improbabile un crollo superiore alla distanza della barriera. Possono rappresentare una componente di diversificazione in un portafoglio già ben strutturato, ma non dovrebbero mai costituirne il nucleo principale.

I Cash Collect NON sono adatti a:

  • Investitori con profilo conservativo che cercano protezione del capitale e stabilità. Chi li considera erroneamente sostituti delle obbligazioni per la componente stabile del portafoglio. Investitori che non comprendono appieno i meccanismi delle barriere, il rischio emittente e la natura derivata dello strumento.
  • Chi ha bisogno di liquidità immediata del capitale, dato che vendere prima della scadenza può comportare perdite significative. Investitori che non possono permettersi perdite di capitale, anche moderate, sull’investimento specifico.

Come valutare un Cash Collect prima dell’acquisto 🔍

Se dopo aver valutato attentamente rischi e vantaggi decidi che un Cash Collect potrebbe essere appropriato per la tua situazione, ecco i parametri fondamentali da analizzare prima dell’acquisto.

  • Il sottostante: analizza approfonditamente la società (o l’indice) sottostante. Quali sono i suoi fondamentali? Come si è comportata storicamente durante crisi di mercato? Qual è la sua volatilità tipica? È un settore stabile o soggetto a disruption tecnologiche? Non basarti mai solo sulle informazioni fornite dall’emittente o dal collocatore.
  • La distanza della barriera: verifica la distanza percentuale tra il livello attuale del sottostante e la barriera. Una barriera al 50% del valore iniziale, quando il sottostante è ancora vicino a quel valore, offre un margine di sicurezza del 50%. Considera la volatilità storica del sottostante: è mai sceso del 40-50% in passato? In quali circostanze?
  • L’ammontare delle cedole: le cedole sembrano alte e attraenti? Considera che cedole molto elevate (10-12% annuo) spesso indicano che il mercato percepisce rischi significativi nel sottostante o nella struttura. Confronta il rendimento cedolare con il dividend yield del sottostante stesso e con rendimenti obbligazionari di emittenti con rating comparabile.
  • L’effetto memoria: verifica sempre che il certificato abbia effetto memoria. I Cash Collect senza memoria sono significativamente meno vantaggiosi.
  • Il meccanismo di autocall: se presente, controlla i livelli e le date di verifica per il rimborso anticipato. Quanto è probabile che vengano raggiunti considerando la volatilità del sottostante?
  • Il rating dell’emittente: verifica il rating creditizio della banca emittente. Preferisci emittenti con rating investment grade (BBB- o superiore) e diversifica tra più emittenti se investi somme significative in certificati.
  • La scadenza: deve essere coerente con il tuo orizzonte di investimento. Scadenze molto lunghe (5-7 anni) aumentano sia le opportunità di incassare cedole, sia la probabilità di eventi negativi sul sottostante o sull’emittente.
  • I costi totali: sebbene difficili da quantificare, cerca di stimare i costi complessivi considerando spread bid-ask, differenza tra prezzo di emissione e valore teorico, e confrontando con alternative.

Alternative da considerare

Prima di investire in Cash Collect, valuta se esistono alternative più efficienti per raggiungere i tuoi obiettivi.

  • Obbligazioni corporate ad alto rendimento: se cerchi cedole elevate con protezione del capitale (salvo default), le obbligazioni high yield potrebbero offrire rendimenti comparabili con una struttura più semplice e trasparente, sebbene con rischi di default specifici.
  • ETF distribuzione su azioni ad alto dividendo: se l’obiettivo è generare flussi di cassa periodici, un ETF che investe in azioni ad alto dividendo offre diversificazione immediata (decine o centinaia di società invece di una sola) e rendimenti da dividendi spesso interessanti, anche se variabili.
  • Certificati Cash Collect su basket o indici: se apprezzi la struttura Cash Collect ma vuoi ridurre il rischio di concentrazione, opta per certificati costruiti su panieri diversificati di azioni o su indici ampi invece che su singole azioni.
  • Strategie con opzioni: investitori più esperti potrebbero replicare strutture simili vendendo opzioni put su azioni selezionate, incassando i premi periodicamente. Questa strategia offre maggiore controllo e trasparenza, ma richiede competenze tecniche elevate.

Considerazioni fiscali e operative

I certificati Cash Collect sono classificati come Redditi Diversi e le plusvalenze finali sono tassate al 26%. Le cedole vengono tassate al 26% al momento del pagamento, riducendo il rendimento netto effettivo. Su una cedola trimestrale del 2%, ricevi effettivamente l’1,48% netto dopo le imposte.

Come tutti i certificati, godono dell’esenzione dall’imposta di bollo sul deposito titoli, offrendo un piccolo vantaggio rispetto ad azioni ed ETF.

Dal punto di vista operativo, i Cash Collect sono quotati sul SeDeX di Borsa Italiana e negoziabili durante l’orario di borsa (9:05-17:25). Tuttavia, la liquidità effettiva può essere limitata, quindi verifica sempre volumi e spread prima di operare, specialmente se prevedi di vendere prima della scadenza.

La nostra opinione

I certificati Cash Collect sono strumenti finanziari sofisticati che possono avere un ruolo in portafogli ben costruiti, ma solo se utilizzati con piena consapevolezza di vantaggi, rischi e alternative. Non sono obbligazioni camuffate ma veri e propri derivati speculativi il cui destino è legato all’andamento di un sottostante, tipicamente un’unica azione.

Le cedole periodiche attraenti non devono distrarre da rischi sostanziali: concentrazione su un singolo sottostante, rischio di perdita significativa di capitale se la barriera viene violata a scadenza, doppia esposizione al rischio emittente, e costi impliciti elevati.

Prima di investire in Cash Collect, assicurati di:

  • Comprendere perfettamente il meccanismo di funzionamento
  • Analizzare approfonditamente il sottostante e i suoi rischi specifici
  • Verificare la solidità della banca emittente
  • Valutare se il certificato è coerente con il tuo profilo di rischio e i tuoi obiettivi
  • Considerare alternative potenzialmente più efficienti
  • Leggere attentamente il KID e il prospetto informativo

Solo con questa consapevolezza completa i Cash Collect possono rappresentare un’aggiunta appropriata al portafoglio. In caso di dubbi, consulta sempre un consulente finanziario qualificato e indipendente.

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