Investire sull’idrogeno nel 2024: modalità e previsioni. Tutto quello che serve sapere

La guida per investire sull'idrogeno nel 2024 - BorsaInside

Stai pensando di investire sull’idrogeno nel nuovo anno? Scelta molto lungimirante perchè proprio l’idrogeno si sta sempre più imponendo come un’alternativa green ai combustibili fossili classici a partire da gas e petrolio. Ciò implica che i prezzi di tutti gli asset che attorno all’idrogeno ruotano sono destinati a salire irreversibilmente nel prossimo futuro. Come affermato da alcuni analisti, quindi, il boom dell’idrogeno non sarà un problema di “se” ma di “quando”.

Potrebbero quindi volerci anche un bel pò di anni per assistere ad una diffusione di massa dell’idrogeno ma è quella la direzione verso la quale si va. Il tempo a disposizione gioca a favore degli investitori perchè oggi i prezzi degli asset legati all’idrogeno (pensiamo ad esempio ad alcune azioni e ad alcuni ETF) hanno un prezzo comunque accessibile mentre domani, a seguito della rivoluzione verde, avranno un valore più alto.

Cosa implica tutto questo? Semplicemente che investire sull’idrogeno oggi può essere conveniente in ottica profitto futuro.

L’investitore che anticipa i tempi, quindi, dovrebbe scegliere gli asset che più si prestano ad investire sulla crescita dell’idrogeno perchè è ovvio che, a differenza ad esempio dell’oro, l’idrogeno non possa essere comprato fisicamente. Questo comunque non è un problema perchè ci sono broker che oramai vantano una proposta molto composita di asset legati all’idrogeno tra cui ETF, azioni, CFD su azioni, futures. L’aspetto più interessante è che con questi broker l’operatività avviane da un’unica piattaforma. Come esempio citiamo eToro che ha il vantaggio di offrire anche la demo gratuita per fare pratica.

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Perchè investire sull’idrogeno nel 2024

Ad oggi il settore dei trasporti è responsabile del 25% delle emissioni dirette di CO2 della Terra. Automobili, autobus e moto pesano per tre quarti di tali emissioni, mentre la rimanente parte dell’inquinamento proviene dall’aviazione e dal trasporto merci. Il trasporto ferroviario pesa solo per il 2% dell’energia impiegata nel comparto trasporti.

Bastano questi pochi numeri per avere idea delle potenzialità di sviluppo dell’idrogeno come vettore pulito di energia. I settori in cui l’idrogeno potrebbe attecchire di più sono quelli che stentano a realizzare una vera transizione verso l’elettrificazione. Ci sono i trasporsi pesanti citati in precedenza ma anche l’industria chimica e siderurgica e il comparto delle miniere. Sono sempre di più i paesi che puntano sull’idrogeno verde per accelerare il cambiamento energetico. Questa crescita dell’appeal agli occhio dei governanti significa parallelo aumento dell’interesse degli investitori.

Per quello che riguarda le prospettive del 2024, si cono 3 ragioni per ipotizzare che l’interesse degli Stati a sviluppare l’idrogeno sia destinato a crescere ulteriormente:

  • Green deal europeo: L’Unione Europea punta ad essere sempre meno dipendente dai combustibili fossili e in questo contesto l’idrogeno gioca un ruolo chiave nei futuri sistemi energetici. Nel Green Deal europeo è presente un obiettivo molto ambizioso: raggiungere la neutralità totale delle emissioni di CO2 nell’UE entro il 2050.
  • Il piano USA per l’idrogeno: Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sta conducendo un programma di ricerca con l’obiettivo di produrre un gas pulito abbastanza economico da alimentare centrali elettriche entro il 2030. Sulla stessa scia si stanno muovendo anche altri paesi di tutto il mondo Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. Obiettivo di tutti è quello di affrontare il cambiamento climatico e riuscire a sostituire i combustibili fossili con elettrificazione.
  • La strategia cinese: Anche la Cina sta facendo la sua parte. Pechino ha accelerato la produzione complessiva di idrogeno rinnovabile con una strategia nazionale lanciata nel 2023. Entro il 2025 le autorità cinesi puntano a raggiungere una produzione di idrogeno compresa tra 100.000 e 200.000 tonnellate annue. Ci sono alcune province cinesi, come Inner Mongolia, Qinghai e Gansu che stanno addirittura pianificando di raggiungere una produzione annua di 740.000 tonnellate entro il 2025.

Questi tre punti confermano il crescente riconoscimento dell’idrogeno come elemento fondamentale nella transizione verso fonti energetiche più pulite e sostenibili a livello globale. Il 2024 sarà l’anno in cui la tendenza, già tracciata nel 2023 e negli anni precedenti, si consoliderà sempre di più. Ecco il motivo per cui investire sull’idrogeno nel nuovo anno è di certo un’opzione da considerare.

    Come vedremo nei prossimi paragrafi, tra gli strumenti meno rischiosi (rispetto alle classiche azioni) per speculare su questa materia prima ci sono gli ETF idrogeno che hanno il vantaggio di replicare indici formati da titoli azionari che sono legati all’idrogeno.

    Il broker eToro che abbiamo già citato in precedenza, consente di fare trading sugli ETF alle migliori condizioni di mercato. Uno dei vantaggi di questo broker è la possibilità di usare un conto demo gratuito da 100 mila euro virtuali per imparare ad operare senza correre il rischio di perdere soldi reali. 

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    6 cose da sapere prima di investire sull’idrogeno

    trader e simbolo dell'idrogeno
    Investire sull’idrogeno può essere un’idea vincente – BorsaInside

    In Italia, così come nel resto del mondo, l’attenzione nei confronti dell’idrogeno è cresciuta radicalmente. Merito delle grandi aspettative che possono essere nutrite verso questa risorsa, e degli altisonanti investimenti in essa.

    Ma cosa bisogna sapere prima di investire sull’idrogeno con eccessiva enfasi? Ne ha recentemente parlato, in una nota, Simon Webber, gestore del fondo Schroder ISF Climate Change Equity di Schroders. Dalla lunga osservazione dell’esperto abbiamo individuato 6 cose da tenere a mente. Scopriamole insieme.

    Una risorsa scarsamente inquinante

    A partire dal 2020 l’idrogeno ha ottenuto ottime prestazioni. I motivi dell’entusiasmo sono da ricercarsi nel fatto che l’energia rinnovabile può consentire la decarbonizzazione di energia in molti settori (come quello dei trasporti), garantendo emissioni di Co2 nulle o molto più basse rispetto alle alternative attuali.

    Anche se la produzione di idrogeno comporta delle emissioni, si tenga conto che la risorsa può essere prodotta senza Co2 con l’elettrolisi dell’acqua.

    L’idrogeno tra presente e futuro

    Anche se si guarda all’idrogeno con un riferimento al futuro, in realtà questa risorsa è già utilizzata su alcuni processi industriali su larga scala, e con buoni tassi di efficacia. Tuttavia, è evidente che la maggior parte del suo potenziale sarà sprigionato nei prossimi anni e, soprattutto, in quei mercati in cui l’idrogeno non è ancora presente, come quello del riscaldamento e del trasporto. Per soddisfare la crescente domanda, i livelli di produzione di idrogeno potrebbero dover aumentare anche di 10 volte rispetto ai livelli attuali.

    Il costo della produzione di idrogeno

    Oltre ad essere un elemento scarsamente inquinante, l’idrogeno rinnovabile è molto più costoso dell’idrogeno da combustibili fossili. Tuttavia, questa situazione dovrebbe cambiare, ed entro il 2030 si stima che l’idrogeno rinnovabile possa diventare il metodo di produzione più economico.

    L’ampiezza del mercato dell’idrogeno

    È difficile, in questo contesto, stimare quanto potrebbe essere grande il mercato dell’idrogeno rinnovabile. Tuttavia, si può certamente ipotizzare come i costi dell’idrogeno derivato da fonti rinnovabili saranno destinati a scendere drasticamente, grazie allo sfruttamento delle economie di scala e dai costi sempre più bassi delle energie rinnovabili. L’idrogeno rinnovabile dovrebbe dunque avere la meglio dell’idrogeno da fossili entro 10 anni.

    Le leggi sull’uso dell’idrogeno

    In più parti del mondo si stanno studiando appositi quadri normativi per poter garantire una transizione verso un’economia a zero emissioni, riconoscendo la possibilità di sviluppare un’industria dell’idrogeno per consentire la decarbonizzazione di molti settori industriali. L’Unione Europa in questo ambito è ben posizionata, affermando di voler puntare ad almeno 40 GW di elettrolizzatori di idrogeno rinnovabile, e alla produzione di 10 mega-tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030. Gli investimenti potrebbero essere compresi tra 24 e 42 miliardi di euro.

    Come investire sull’idrogeno

    Considerando le prospettive del settore, investire nell’idrogeno (o per meglio dire sui vari asset legati all’idrogeno) può risultare molto interessante.

    Trattandosi di un mercato ancora giovane e tutto da sviluppare, il livello di rischio non è basso.

    Detto questo chi volesse investire in idrogeno può considerare queste modalità:

    • Acquisto di azioni idrogeno: un modo più o meno diretto per investire nell’idrogeno è acquistare azioni di aziende quotate operanti nel settore. Si tratta di un settore di mercato molto vasto che è formato da produttori di idrogeno, fornitori di infrastrutture, produttori di celle a combustibile a idrogeno e società tecnologiche. Il comporto, nel suo insieme, è molto dinamico ma fa anche i conti con una spiccata volatilità. Un’alternativa alle azioni è rappresentata dai CFD sulle azioni che non implicano il possesso del sottostante.
    • Acquisto di obbligazioni emesse da società legate all’idrogeno: le aziende che operano nell’idrogeno spesso si finanziano attraverso l’emissione di obbligazioni corporate (bond societari). Gli investitori possono acquistare queste obbligazioni in emissione o dopo la quotazione per ottenere rendimenti sotto forma di cedole. L’acquisto di obbligazioni può rappresentare un’alternativa per coloro che desiderano una forma di investimento più stabile rispetto alle azioni.
    • ETF sull’Idrogeno: anche su Borsa Italiana sono disponibili ETF (Exchange-Traded Fund) che seguono direttamente un indice quotato legato all’idrogeno. Se tali indici sono volatili allora anche gli ETF lo sono. Un’alternativa agli ETF è rappresentata dai CFD su ETF. Tra i migliori ETF idrogeno ci sono: L&G Hydrogen Economy UCITS ETF USD Acc (ISIN IE00BMYDM794, Ticker HTWO) e VanEck Vectors Hydrogen Economy UCITS ETF (ISIN IE00BMDH1538, Ticker HDRO). Il primo replica le performance di aziende internazionali che operano nell’industria dell’idrogeno, il secondo replica le più grandi e liquide aziende globali che operano nell’economia dell’idrogeno.
    • Fondi comuni sulle energie alternative: alcuni fondi comuni di investimento sono progettati per investire a livello globale in azioni e obbligazioni nei vari settori delle energie alternative, inclusa l’energia dell’idrogeno. I fondi comuni sono a gestione attiva e non sono legati ad alcun indice. Collocati dalle banche, spesso sono gravati da alte commissioni e questo spiega perchè sono sempre più spesso preferiti dai fondi a gestione passiva (gli ETF).

    Per saperne di più sugli strumenti di investimento citati in questo elenco suggeriamo questi post:

    Asset così diversi potrebbe far pensare che sia necessario usare piattaforme differenti per operare. In realtà con i migliori broker non ci sono di questi problemi perchè tutto può essere effettuato da un solo account. Quindi da una solla piattaforma è possibile investire sulle azioni legale all’idrogeno, sugli ETF idrogeno, su bond annessi e sui futures. Un gran bel vantaggio.

    Investire in idrogeno con eToro (azioni, CFD, ETF)

    eToro logo piccolo2

    Come abbiamo già anticipato in precedenza, una delle strade più semplici per investire sull’idrogeno è attraverso gli ETF. Il broker eToro offre una vasta selezione di ETF (oltre 300) su cui è possibile fare trading online. Ma eToro offre anche una vasta selezione di azioni legate all’idrogeno.

    Sia per quello che riguarda gli ETF che per quanto concerne le azioni ci sono due strade a disposizione (possono essere provate entrambe con il conto simulato): 

    • investire direttamente sugli ETF idrogeno
    • copiare, grazie al Copy Trading, le strategie operative sugli ETF idrogeno che vengono eseguite dai traders più bravi su questo asset. 

    Per quello che riguarda l’ammontare dell’investimento, è il trader a decidere la quantità di capitale da impegnare per investire in ETF. Il deposito minimo richiesto dal broker per iniziare è pari a 50 euro e ciò rende il trading online sugli ETF accessibile a tutti. 

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    Fineco Bank Logo

    Un’ottima (e per certi versi) più completa alternativa ad eToro è Fineco. Parliamo di una delle più importanti banche italiane che ha il vantaggio di presentare la migliore piattaforma di trading. Fineco, infatti, è sia servizi bancari (avanzati e molto vantaggiosi) che servizi di trading su tantissimi mercati diversi tra cui le azioni, gli ETF, i CFD e le obbligazioni. Logicamente per ognuno di queste asset-class ci sono attivi legati all’idrogeno.

    Per quello che riguarda le tipologie di conto si può operare in due modi: o con il conto standard che comprende i servizi bancari e quelli di trading ed ha un canone mensile (eliminabile ad esempio con l’accredito della pensione) oppure con il conto di solo trading che invece non ha servizi bancari ma non presenta neppure costi fissi.

    Per quello che riguarda le commissioni, invece, esse calano man mano che aumenta l’attività di trading. Quindi con Fineco più si investe sull’idrogeno (visto che di questo stiamo parlando) e più i costi si abbassano.

    Ultimo vantaggio: in quanto banca con sede in Italia, Fineco opera da sostituto di imposta per i clienti che hanno la residenza in Italia.

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