Investire nell’idrogeno, tutto quello che devi sapere

Ad oggi il settore dei trasporti è responsabile del 25% delle emissioni dirette di CO2 della Terra. Automobili, autobus e moto pesano per tre quarti di tali emissioni, mentre la rimanente parte dell’inquinamento proviene dall’aviazione e dal trasporto merci. Il trasporto ferroviario pesa solo per il 2% dell’energia impiegata nel comparto trasporti.

I brevi dati di cui sopra implicano che per rispettare l’Accordo di Parigi e contenere così il riscaldamento globale entro il 2100, tutti gli stakeholders dovranno concentrare ogni sforzo nell’individuare soluzioni energetiche alternative, soprattutto nel trasporto su strada e nell’aviazione.

Ne ha parlato una nota a cura di Vincent Compiègne, Deputy Global Head of ESG Investments & Research e Arnaud Peythieu, ESG Analyst, ESG Investments and Research di CANDRIAM. In questo articolo esamineremo il punto di vista dell’analista sull’argomento e forniremo anche delle indicazioni su come investire sull’idrogeno. A tal riguardo ricordiamo che l’idrogeno non è una materia prima, come ad esempio il petrolio o l’oro, su cui è possibile investire in modo diretto.

Lo strumento per speculare su questo asset sono gli ETF atttraverso i quali è possibile speculare sui titoli azionari che sono legati all’idrogeno. Il broker eToro (qui il sito ufficiale) consente di fare trading sugli ETF alle migliori condizioni di mercato. Uno dei vantaggi di questo broker è la possibilità di usare un conto demo gratuito da 100 mila euro virtuali per imparare ad operare senza correre il rischio di perdere soldi reali. 

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Automobili

Considerato che tra i mezzi di trasporto moderni quello su gomma è responsabile della maggior parte delle emissioni di gas serra, l’Unione europea ha stabilito degli obiettivi di medio periodo piuttosto ambiziosi, che dovrebbero stimolare i produttori ad approcciare a soluzioni diversi. In questo senso, l’idrogeno potrebbe ritagliarsi degli spazi, grazie al potenziale di riduzione dei costi che possono vantare nei prossimi 10 anni. Stando a diversi scenari, l’idrogeno potrebbe diventare un’alternativa ai motori a combustione ed elettrici per i veicoli leggeri intorno al 2030.

Anche per il trasporto pesante l’idrogeno potrebbe rappresentare una soluzione utile, fornendo un’energia per kilometri tre volte superiore a quella del diesel, a fronte di serbatoi più pesanti. I veicoli pesanti offrono quindi migliori possibilità di utilizzo dell’idrogeno, dato il peso della batteria necessaria per il trasporto su lunghe distanze.

Aviazione

Anche se le emissioni di CO2 dell’aviazione rappresenta solo il 2,5% delle emissioni globali, le stime potrebbero in realtà essere almeno doppie, visto e considerato che anche il vapore rilasciato ad alta quota è un gas serra da prendere in considerazione.

In questo scenario è logico pensare che i combustibili liquidi a base di idrogeno potrebbero offrire una utile alternativa al carburante per aerei. Certo, lo stoccaggio richiederebbe cambiamenti nella progettazione e nell’infrastruttura dei velivoli, e – inoltre – gli elevati prezzi potrebbero non aprire le porte all’idrogeno verso l’ampia adozione di questo carburante, che difficilmente sostituirà il cherosene nel breve termine (per gli scenari più ottimistici, comunque non prima del 2045).

Navi

Il passaggio all’idrogeno è piuttosto costoso per il settore della navigazione, sia per i costi del carburante a idrogeno che per le nuove infrastrutture necessarie. Dunque, la maggiore competitività dell’idrogeno non dovrebbe arrivare prima del 2030.

Treni

Come abbiamo già anticipato, il trasporto su treno è tra i più efficienti dal punto di vista energetico. Nonostante ciò sono già in fase di sperimentazione e sviluppo treni a idrogeno che, anche in questo caso, dovrebbero diventare una valida e concreta alternativa dopo il 2030.

6 cose da sapere prima di investire sull’idrogeno

In Italia, così come nel resto del mondo, l’attenzione nei confronti dell’idrogeno è cresciuta radicalmente. Merito delle grandi aspettative che possono essere nutrite verso questa risorsa, e degli altisonanti investimenti in essa.

Ma cosa bisogna sapere prima di investire sull’idrogeno con eccessiva enfasi? Ne ha recentemente parlato, in una nota, Simon Webber, gestore del fondo Schroder ISF Climate Change Equity di Schroders. Dalla lunga osservazione dell’esperto abbiamo individuato 6 cose da tenere a mente. Scopriamole insieme.

Una risorsa scarsamente inquinante

Nel corso del 2020 l’idrogeno ha ottenuto ottime prestazioni. I motivi dell’entusiasmo sono da ricercarsi nel fatto che l’energia rinnovabile può consentire la decarbonizzazione di energia in molti settori (come quello dei trasporti), garantendo emissioni di Co2 nulle o molto più basse rispetto alle alternative attuali.

Anche se la produzione di idrogeno comporta delle emissioni, si tenga conto che la risorsa può essere prodotta senza Co2 con l’elettrolisi dell’acqua.

L’idrogeno tra presente e futuro

Anche se si guarda all’idrogeno con un riferimento al futuro, in realtà questa risorsa è già utilizzata su alcuni processi industriali su larga scala, e con buoni tassi di efficacia. Tuttavia, è evidente che la maggior parte del suo potenziale sarà sprigionato nei prossimi anni e, soprattutto, in quei mercati in cui l’idrogeno non è ancora presente, come quello del riscaldamento e del trasporto. Per soddisfare la crescente domanda, i livelli di produzione di idrogeno potrebbero dover aumentare anche di 10 volte rispetto ai livelli attuali.

Il costo della produzione di idrogeno

Oltre ad essere un elemento scarsamente inquinante, l’idrogeno rinnovabile è molto più costoso dell’idrogeno da combustibili fossili. Tuttavia, questa situazione dovrebbe cambiare, ed entro il 2030 si stima che l’idrogeno rinnovabile possa diventare il metodo di produzione più economico.

L’ampiezza del mercato dell’idrogeno

È difficile, in questo contesto, stimare quanto potrebbe essere grande il mercato dell’idrogeno rinnovabile. Tuttavia, si può certamente ipotizzare come i costi dell’idrogeno derivato da fonti rinnovabili saranno destinati a scendere drasticamente, grazie allo sfruttamento delle economie di scala e dai costi sempre più bassi delle energie rinnovabili. L’idrogeno rinnovabile dovrebbe dunque avere la meglio dell’idrogeno da fossili entro 10 anni.

Le leggi sull’uso dell’idrogeno

In più parti del mondo si stanno studiando appositi quadri normativi per poter garantire una transizione verso un’economia a zero emissioni, riconoscendo la possibilità di sviluppare un’industria dell’idrogeno per consentire la decarbonizzazione di molti settori industriali. L’Unione Europa in questo ambito è ben posizionata, affermando di voler puntare ad almeno 40 GW di elettrolizzatori di idrogeno rinnovabile, e alla produzione di 10 megatonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030. Gli investimenti potrebbero essere compresi tra 24 e 42 miliardi di euro.

Le conseguenze dell’idrogeno: come investire

In questo contesto, è evidente come la transizione verso l’idrogeno creerà importanti opportunità di investimento per le aziende energetiche e per le società di ingegneria industriale, per costruire e gestire i nuovi impianti di idrogeno rinnovabile. Ci sarà dunque bisogno di un importante contributo da parte di tutti gli operatori della filiera energetica.

E il fatto che ci siano solamente pochi operatori leader nel settore degli elettrolizzatori, rende il settore molto interessante per chi sta valutando nuovi arrivi. È anche vero che la tecnologia non è affatto semplice, e che gli operatori consolidati stanno formando alleanze e relazioni con sviluppatori e gruppi energetici per poter ridurre i costi e difendere le proprie posizioni.

Considerando le prospettive del settore, investire nell’idrogeno (o per meglio dire su titoli azionari legati all’idrogeno) può risultare molto interessante.

Come investire sull’idrogeno con gli ETF: il broker eToro

Come abbiamo già anticipato in precedenza, una delle strade più semplici per investire sull’idrogeno è attraverso gli ETF. Il broker eToro offre una vasta selezione di ETF (oltre 260) su cui è possibile fare trading online.

Per operare è necessario aprire un conto demo (è gratis>>>qui il link ufficiale). Una volta effettuata questa operazione ci sono due strade a disposizione (possono essere provate entrambe con il conto simulato): 

  • investire direttamente sugli ETF idrogeno
  • copiare, grazie al Copy Trading, le strategie operative sugli ETF idrogeno che vengono eseguite dai traders più bravi su questo asset. 

Per quello che riguarda l’ammontare dell’investimento, è il trader a decidere la quantità di capitale da impegnare per investire in ETF. Il deposito minimo richiesto dal broker per iniziare è pari a 50 euro e ciò rende il trading online sugli ETF accessibile a tutti. 

Investire sugli ETF con eToro è vantaggioso anche in virtù della completa assenza di commissioni. Ciò significa che è possibile comprare ETF, copiare i traders esperti che investono in ETF idrogeno e repliare i portafogli attraverso lo strumento CopyPortfolios, senza alcuna spesa di commissione. 

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Migliori ETF idrogeno quali sono

Dopo aver visto come investire sull’idrogeno con gli ETF, accupiamoci adesso dei migliori asset che sono attualmente sul mercato. 

Nel momento in cui si sceglie un ETF idrogeno su cui investire, vanno tenuti in considerazione una serie di aspetti a partire dalla metodologia dell’indice sottostante fino alla performance e ai costi. Anche altre variabili come ad esempio la dimensione, la durata, il domicilio e il metodo di replica dovrebbero essere tenuti in debita considerazione prima di effettuare valutazioni. 

Tra i migliori ETF idrogeno presenti sul mercato ci sono: 

  • L&G Hydrogen Economy UCITS ETF USD Acc (ISIN IE00BMYDM794, Ticker HTWO), un ETF che replica le performance di aziende internazionali che operano nell’industria dell’idrogeno
  • VanEck Vectors Hydrogen Economy UCITS ETF (ISIN IE00BMDH1538, Ticker HDRO), un ETF che replica le più grandi e liquide aziende globali che operano nell’economia dell’idrogeno

Si tratta di due ETF ad accumulazione con replica totale. Il primo ha una dimensione del fondo pari a 497 miln di dollari, il secondo si ferma invece ad 83 milioni di euro.

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